CIVITALI, Bartolomeo
Nacque a Lucca nella prima metà del sec. XV da Giovanni, di famiglia originaria di Cividale del Friuli trasferitasi a Lucca agli inizi del secolo; fu fratello di Matteo, il massimo scultore della Lucca quattrocentesca. Le uniche notizie che ci restano sul C. si riferiscono al 1477-78 e alla sua attività di tipografo, che egli fu il primo ad esercitare nella sua città.
Infatti il 17 maggio si finì di stampare a Lucca un'edizione dei Trionfi di Francesco Petrarca che reca la sottoscrizione del C. e della quale si sono conservati pochissimi esemplari. Ma se il C. era, come è lecito ritenere, colui che materialmente si occupava del lavoro della prima tipografia lucchese, l'organizzatore e patrono dovette essere il fratello Matteo, che presentò un'istanza al Consiglio generale della Repubblica di Lucca volta ad ottenere l'esenzione dalla gabella sulla carta per poter stampare libri e poterti esportare senza oneri. L'istanza è del 17 febbr. 1477, di poco anteriore alla stampa dei Trionfi e le richieste furono esaudite con sessantotto voti favorevoli e diciotto contrari: si concedeva così al C. di importare tutta la carta necessaria e di esportare tutti i libri stampati in territorio lucchese per cinque anni senza pagamento di gabella; inoltre era proibito a qualsiasi altro tipografo l'esercizio della stessa attività in Lucca in quel periodo di tempo. Il C. non usufruì a lungo della concessione ottenuta dal fratello, perché è conosciuto un solo altro libro uscito dalla sua tipografia nel 1478: un piccolo in-quarto contenente la Oratio funebris in lode di Andrea Vendramin pronunziata da Giovanni Bartolomeo Carminati da Brescia.
L'autore dell'orazione aveva predicato nella cattedrale di Lucca in occasione della quaresima del 1478. La morte del doge è del 6 maggio di quell'anno, per cui la stampa dell'opuscolo deve essere di poco posteriore. Con queste due piccole edizioni, trentotto carte in tutto, si esaurisce l'attività della tipografia di Bartolomeo e Matteo Civitali, che si svolse tutta tra il maggio 1477 e il maggio dell'anno seguente; è infatti del 28 maggio 1478 un atto con il quale i fratelli Civitali e il loro socio nell'arte tipografica, il fiorentino Cappone Capponi, si sottopongono ad un arbitrato per dirimere le controversie derivanti dall'esercizio della comune attività di stampatori. Questo atto fu presumibilmente conclusivo dell'opera di una tipografia per la quale il C. ed i suoi soci avevano forse troppo ottimisticamente valutato le possibilità offerte dal mercato librario; tanto è vero che si dovette aspettare il 1482 perché un altro libro, da parte di altro tipografo, fosse stampato a Lucca. Da notare peraltro che nell'anno 1482 scadeva il privilegio concesso dal Consiglio generale della Repubblica di Lucca ai fratelli Civitali. La modestia dell'attività della prima tipografia lucchese è confermata dall'unico carattere di stampa che impiegò: un gotico uguale a molti caratteri milanesi, certo non fuso per il occasione, ma proveniente da qualche tipografo attivo a Milano che poi, dopo essere stato impiegato dal C., passò alla stamperia delle monache di Ripoli.
Il C. morì, probabilmente a Lucca, in quello stesso 1478 che vide la fine della sua attività tipografica. Dei suoi figli, Masseo fu scultore in legno e intarsiatore, Vincenzo fu scultore e pittore.
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