CASTELLI, Bartolomeo
Nacque a Messina da Francesco verso la fine del sec. XVI. Era fratello di Giovanni Pietro sacerdote, autore di una Guida spirituale degli afflitti condannati a morte (Messina 1595). Assai scarse sono le notizie intorno alla sua vita: laureatosi in teologia, filosofia e medicina. insegnò questa ultima disciplina all’università di Messina per molti anni. Nel 1596, in occasione dell’istituzione dell’università messinese, la seconda in Sicilia dopo quella di Catania, pronunciò un’orazione pubblicata col titolo Oratio ad illustriss. Messanensem Senatum habita Messanae in nova erectione almi Studii Messanensis (Messanae 1596). Nello stesso anno pubblicò un commento alla logica aristotelica intitolato Brevis et dilucida ad logicam Aristotelis introductio (Messanae 1596).
Un’altra opera con finalità didattiche è il corso elementare sui fondamenti della medicina in generale Totius artis medicae methodo divisiva compendium et synopsis (Messanae 1597, Basileae 1628, Venetiis 1667, Patavii 1713 e 1721, Genevae 1746), che per un secolo e mezzo venne utilizzato come notiziario e prontuario per i medici. È una piana esposizione dei precetti di Ippocrate, Galeno, Avicenna e di altri celebri autori, priva però di contributi originali. L’interesse per la filosofia naturale a sfondo peripatetico è testimoniato da un trattato del C., di cui usci pero solo la prima parte, sulla predestinazione, l’origine del mondo, i cieli, l’aria, il principio d’individuazione: Miscellaneorum pars prima (Messanae 1599). Tuttavia l’opera da cui egli ricavò maggior fama fu un dizionario universale dei termini medici, che egli concepi e realizzò per primo, anche se qualche tentativo in questa direzione era già stato compiuto da vari medici sia della scuola cosiddetta “spagirica”, come G. Johnson, L. Thurneiser, G. Dome, sia di quella “dogmatica”, come G. Gorne e Anuzio Fesio.
La terminologia medica era peraltro a quel tempo assai vaga, pur essendosi accresciute molto le cognizioni, per cui non era facile per i medici accordarsi sul significato di una parola. Muovendo da quest’esigenza, il C. traccia una storia della medicina dall’antico Egitto, dove sorse come scienza autonoma, alla Grecia dove ricevette i suoi fondamenti con Ippocrate, passando poi tra gli Arabi per tornare in Europa solo cinquecento anni dopo. Si comprende pertanto come il lessico medico abbia subito continue variazioni, accrescendosi continuamente anche per l’apporto degli alchimisti, sulle orme di Paracelso.
Alla prima edizione, col titolo Lexicon medicum Graeco-Latinum (Venetiis 1607), seguirono molte ristampe: a cura di E. Stupano, ibid. 1626, Basileae 1628; corretto da A. Ravenstein, Roterodami 1644, 1651, 1657, 1665; Lugduni 1667; Norimbergae 1682. Quest’ultima edizione è più nota col titolo Castellus renovatus, pubblicata con Mantissa Nomenclaturae medicae Hexaglottae di J. P. Bruno per i vocaboli arabici, ebrei, greci e francesi. Le edizioni successive portano il titolo Amaltheum Castellanum Brunonianum, Patavii 1699; con aggiunte di G. Rodio, ibid. 1713, 1721, 1746, 1755; Lipsiae 1713; Genevae 1741, 1746; Amsterdami 1746. Ma ancora nell’Ottocento l’opera era consultatissima.
Non sono noti né il luogo né l’anno di morte del C., che spesso venne confuso con l’omonimo vescovo di Mazara, vissuto tra il sec. XVII e il XVIII.
Bibl.: G. M. Koenig, Bibliotheca vetus et nova, Altdorfii 1678, p. 174; Acta erudit. Lipsiensium, I (1682), p. 401; J. A. Van der Linden, De scriptis medicis, Norimbergae 1686, p. 114; A. Mongitore, Bibliotheca sicula, I, Panormi 1708, p. 95; A. von Haller, Bibliotheca botanica, I, Tiguri 1771, p. 438; N. Eloy, Dictionnaire histor. de la médecine, I, Mons 1778, p. 558; G. Tiraboschi, Storia d. letter. ital., VIII, Modena 1780, p. 226; S. De Renzi, Storia della medicina in Italia, III, Napoli 1845, pp. 287, 506, 710; A. Narbone, Bibliografia sicola sistematica, II, Palermo 1851, pp. 80, 355; III, ibid. 1854, pp. 49, 155, 164, 305; IV, ibid. 11855, p. 281; V. Di Giovanni, Storia della filos. in Sicilia, I, Palermo 1868, pp. 133, 138; G. M. Mira, Bibliografia siciliana, I, Palermo 1875, p. 193; H. Sallander, Bibliotheca walleriana, I, Stockolm 1955, n. 1816.