BONGIOVANNI, Bartolomeo
Figlio di Giambattista, nacque a Creazzo (Vicenza) nella notte tra il 18 e 19 ott. 1791. Nella prima giovinezza fu "professore della scuola elementare maggiore" a Vicenza (Trissino); verso il 1810-11, secondo dati dell'Arch. dell'Accad. di Belle Arti di Vienna, lavorò all'ufficio vicentino del catasto; dopo un apprendistato presso un intagliatore e presso l'orefice A. Merlo, troviamo nel 1816 il B. studente di architettura e scultura, all'Accademia veneziana di Belle Arti, dove, al concorso annuale degli alunni, ottenne la medaglia d'argento. L'anno dopo partecipò all'omaggio offerto dalle province venete all'imperatore e all'imperatrice d'Austria, preparando quattro medaglioni in bronzo e argento dorato: due (Danza di Venere e delle Grazie davanti a Marte e Danza dei Feaci davanti ad Alcinoo)su studi e modelli canoviani non realizzati a suo tempo dal maestro (cfr. E. Bassi, La Gipsoteca di Possagno, Venezia 1957, nn. 57, 98, 99); due con le immagini di Giove Egioco e Pallade Atena. Nella stessa occasione fuse e cesellò un tripode bronzeo, sostegno di un piano di tavolo rotondo con smalti e vetri, ideato da Giuseppe Borsato (v. Omaggio..., 1818).
Aggiunto onorario nel 1818-19 alla scuola d'ornato dell'Accademia veneziana, fondeva, in questa sua qualità, le lettere in metallo dorato per l'iscrizione del monumento a Giuseppe Mangilli ai SS. Apostoli.
Dal 1820 al 1822 si perfezionò a Vienna, presso lo scultore di corte Leopoldo Kissling; nell'ottobre 1823 era maestro di disegno nella scuola elementare di Vicenza, carica che divenne effettiva il 5 luglio 1825. L'Accademia di Venezia lo ascrisse a suo membro nel 1836. Nel febbraio dell'anno successivo partì per Vienna dove partecipò al concorso per l'insegnamento di incisione e disegno decorativo presso quella Accademia di Belle Arti: nominato professore il 17 aprile 1837, risiedette da allora a Vienna sino al 1ºapr. 1851, anno in cui andò in pensione. Mantenne i contatti con Venezia anche durante il soggiorno viennese (nel 1839 partecipò a un concorso per un monumento a Ferdinando I e nel 1844 concorse per una cattedra di prospettiva all'Accademia).
Dopo il 1851 si ritirò a Venezia, dove già nel 1848 si era stabilita la famiglia, e il 30 giugno 1862 chiese all'Accademia viennese un aumento della pensione. Il B. morì a Venezia il 16 aprile 1864. Di un suo fratello, il quale era. giudicato dai contemporanei "valentissimo plasticatore", non conosciamo il nome né possiamo ricercarlo, essendo stati bruciati i registri anagrafici di Creazzo durante la seconda guerra mondiale. Un sonetto per nozze Bongiovanni-Prevedini del 1826, citato in un foglio volante nell'opera del Trissino, fa supporre che il B. si sia sposato in quella data con una Prevedini.
Il Cicognara, pur convinto da parte sua che i fratelli Bongiovanni avrebbero fatto meglio a far solo gli orefici e non gli scultori, aveva di Bartolomeo, da lui all'inizio assistito e fatto istruire, grandissima stima. Oggi non è purtroppo facile ricostruire un regesto attendibile del B.: tra le sculture, le fonti, spesso imprecise, ricordano numerosi busti marmorei tra cui quelli di Francesco I, di Gioacchino Rossini, di Tommaso Piovene e, nel 1848, la prima effigie del diciottenne Francesco Giuseppe imperatore in Olomouc subito dopo l'abdicazione di Ferdinando I; nonché un "monumento tombale" per il re di Prussia a Teplice Šanov (del quale non c'è traccia). Giovanni da Schio gli commise il medaglione rotondo di Giangiorgio Trissino, in marmo di Carrara, murato sulla facciata della casa natale del letterato, al numero civico 15 di corso Fogazzaro, in Vicenza. Del B. è l'urna con figura di Genio (firmata) nella cappella tombale Trissino del cimitero vicentino: con l'erudito Francesco Trissino l'artista fu in vivace contatto epistolare (Da Schio).
Gli si attribuiscono anche progetti architettonici: tra i pochi controllabili, quelli vicentini per l'altare (1843) nel transetto sinistro di S. Stefano a Vicenza, per una casa (però non identificabile) in stile ionico in contra' della Pescaria e per la chiesa di S. Lucia. Qui dovrebbe a ogni modo trattarsi solo dei rimaneggiamenti compiuti nel 1830, 1857 e 1862 (cfr. S. Rumor, La Chiesa di S. Lucia a Vicenza, in Corriere veneto, 16 apr. 1926).
Ma la fama del B. resta legata alla sua attività di fusore e cesellatore. Famosi un suo "nécessaire" da scrittura con molte figure in argento e bronzo dorato per l'imperatore Francesco I e una sontuosa coppa con rappresentazioni storiche a rilievo per la contessa Potocka. A Vienna preparò tra l'altro il modello di un grandioso candelabro, da dedicarsi a Pio IX, ad uso di cero pasquale: spendendovi, con l'aiuto del suo mecenate Pietro Salvagni, ben 300 lire austriache. Nonostante il Metternich lo preferisse tra i sei Mi gara, detto modello non fu realizzato: ne resta il disegno, firmato e datato 16 sett. 1845, presso il Museo Civico di Vicenza (D 1146).Ivi anche il disegno (D 4263), firmato e datato da Vienna 24 giugno 1854, per un secondo candelabro, dedicato a s. Pietro, e quello, datato 1836, per un cofano con figure simboliche (D 107):cose tutte entro i modi, e i limiti, di un corretto neoclassicismo appena mosso da qualche prima esuberanza romantica.
Importantissimi, quale documentazione storica, gli acquerelli del B. (1834 c.), sempre al Museo Civico di Vicenza (D 403-408), riproducenti l'interno della chiesa vicentina di S. Bartolomeo, barbaramente distrutta nel 1838, e gli sportelli esterni e interni dell'organo della medesima, ora divisi rispettivamente tra il New College di Oxford e la cattedrale di Westminster (cfr. L. Puppi, Bartolomeo Montagna, Venezia 1962, p. 167).
Fonti e Bibl.: Fonti principali per la vita: Vienna, Akademie der bildenden Künste, Archivio; Vicenza, Bibl. Bertoliana, Libreria Gonzati: G.Da Schio, I Memorabili (sec. XIX), App., pp. 1176 ss., dove tra l'altro ricorda un foglio volante intitolato All'illustrissimo signor commend. e cavaliere Pietro Salvagni nella festività di S. Pietro Apostolo, Vicenza 1857; il foglio è oggi introvabile. Qualche notizia anche in G. Favetta, PicoloRegualgio su le chiese di Vicenza,con altre indicazioni su le architetture,pitture e sculture di Vicenza, e in L. Trissino, Artisti vicentini,ad vocem: ambedue mss. presso la Biblioteca Bertoliana di Vicenza (Libreria Gonzati, sec. XIX).
Per le opere a stampa, vedasi: L. Cicognara, Due lettere sul B. a Francesco Testa,in data 13 aprile e 16 maggio 1818, in Lettere di L. Cicognara a F. Testa, Vicenza 1876 (per nozze Alangilli-Lampertico); Omaggio delle Provincie venete alla Maestà di Carolina Augusta imperatrice d'Austria, a cura di L. Cicognara, Venezia 1818; G.A. Moschini, Sopra il monumento eretto alla memoria del conte Giuseppe Mangilli nella chiesa de' SS. Apostoli in Venezia. Lettera, Venezia 1819; G.B. Berti, Nuova guida per Vicenza, Padova 1830, pp. 43 s.; Il forestiere istruito nella visita della regia città di Vicenza, Vicenza 1842, p. 24 s.; Corriere italiano. Giornale politico e commerciale, Vienna, 8 giugno 1856; C. von Würzbach, Biogr. Lexikon des Kaisertums Österreich, II, Wien 1857, pp. 48 s.; D. Bortolan, Saggio di un dizionario biografico di artisti vicentini, Vicenza 1886, ad vocem;S.Rumor, Musaeum Lapidarium Vicentinum. Appendice all'opera di G. T. Faccioli,1776 e 1803, Vicenza 1887, p. 97 n. 1; G.De Mori, Chiese e chiostri di Vicenza, Vicenza 1928, p. 54; F. Mistrorigo, Don Innocente Bastasin e la sua parrocchia, Vicenza 1933, p. 21; E. Candiago, Opere d'arte del cimitero di Vicenza, in Da cinquanta anni i Frati Minori custodi del cimitero di Vicenza,Miscellanea, Vicenza 1957, p. 16; F. Barbieri, Il Museo Civico di Vicenza. Dipinti e sculture dal XIV al XV secolo, Venezia 1962, p. 154; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, IV, p.288 (notizie lacunose e inesatte riprese dal Würzbach).