BONARDI, Bartolomeo
Secondo, in ordine di tempo, dei Bonardi che esercitarono in Bologna l'editoria e il commercio librario durante il sec. XVI. Si ignora se il B. sia stato figlio o piuttosto fratello di Vincenzo; non si sa neanche ove sia nato: se a Parma, come Vincenzo, o a Bologna, come è più probabile, giacché il B. non si sottoscrive mai "da Parma". Le edizioni provano che al ritiro di Vincenzo (1539-1540) il B. lo sostituì nella società editoriale e tipografica già fin dal 1539 costituita con Marcantonio Grossi da Carpi. Le sottoscrizioni editoriali dal 1540 sono "Per Bartolommeo Bonardi e Marcantonio Grossi" ovvero "Bartholomaeus Bonardus et Marcus Antonius Grossius" e tali rimangono sino a tutto il 1544, quando la società si scioglie.
Sono di questo periodo non poche edizioni di libri e libretti in volgare, specialmente Pronostici (di Lattanzio Benacci, professore di astronomia e astrologia nello Studio bolognese, di Flaviano Turchi e di altri); di operette popolaresche di vario genere, di pubblicazioni occasionali di interesse locale, come la Lettura fattanell'Accademia degli Infiammati da Alessandro Piccolomini (1541) e del Rinaldo appassionato (1544), edizione oggi rarissima, copiata dalla fiorentina del 1533 nella quale il poemetto cavalleresco è attribuito a Ettore Baldovinetti. Da queste pubblicazioni minori si differenzia la Historie di Bologna. Deca prima del domenicano Leandro Alberti (1543) del quale già Vincenzo aveva pubblicato due opuscoli.
Le sei parti in cui è diviso tipograficamente il testo sono impresse con caratteri di grande eleganza; bellissime e varie di disegno sono le grandi iniziali ad ornati su fondo nero con le quali iniziano i testi. Le carte non hanno cifratura; il registro è continuo per tutte le sei parti. Con frontespizio analogo ai precedenti, ma con figura al verso tutto diversa (grande veduta di Bologna con l'epigrafe: "Bononia mater studior.") segue il Libro primo della Decaseconda dell'Historia di F. Leandro degli Alberti bolognese... Sono 26 cc. cifrate; non vi sono note tipografiche. Con questa parte prima della seconda deca, la pubblicazione restò interrotta; verrà continuata nel 1589 da Fausto Bonardi.
Altre belle edizioni del B. - adorne di eleganti fregi - sono: i Ricordi di fra' Sabba da Castiglione (1546) e i Capitoli con ilMonte della pietà dellacittà di Bologna per l'officio del Massarolo (1546). Negli anni successivi, e sino al 1552, l'editoria del B. scade per qualità di testi pubblicati: si tratta di libretti popolareschi di facezie, come una Bravata de l'ardito e nobileAmmazza cento, un Pronostico di F. Turchi (1546), un ricettario domestico e simili minuzie che facevano stampare i cantambanchi. Tuttavia, anche in queste stampe, il B. curava dignitosamente la parte tipografica e sceglieva con buon gusto i legni che ne adornano taluna. Dopo il 1552 del B. non si conoscono altri prodotti; l'ultimo sembra che sia stato un manualetto di chirurgia militare compilato da G. Magi (1552).
Fonti e Bibl.: A. Sorbelli, La stampa in Bologna, in Tesori dellebiblioteche italiane: Emilia e Romagna, Milano s.a., p. 427; Id., Storia della stampa in Bologna, Bologna s.a., pp. 99-100; Id., Le marche tipografiche bolognesi del sec. XVI, Bologna s.a., p. 30; F. Ascarelli, La tipografia cinquecentina italiana, Erenze 1953, p. 44