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BEZZI, Bartolomeo

di Remigio Marini - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 9 (1967)
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BEZZI, Bartolomeo

Remigio Marini

Nacque a Fucine d'Ossana (Trento) il 6 febbr. 1851 da Domenico, geometra e notaio, e da Luigia Tarraboi. A undici anni. orfano di padre, lasciò Fucine e girò come merciaio ambulante per la penisola. A vent'anni, aiutato anche dal cugino Ergisto, s'iscrisse all'Accademia di Brera, dove ebbe a maestri G. Bertini e F. Carcano. Dovette però presto interrompere il suo tirocinio perché ammalato; ma ingegno e volontà gli permisero nel 1882 di vincere a Milano il premio Fumagalli. Fu la prima di una serie di vittorie che il B. ottenne in Italia e all'estero: egli fu infatti accolto come socio nelle accademie di Milano; Bologna, Venezia, Ferrara, Verona e Monaco di Baviera. E dal nono decennio del secolo non si contano più le esposizioni d'arte nelle quali l'artista conquistò premi e riconoscimenti.

A Roma, alla Gall. d'arte moderna, sono conservati Mulini a Verona (1884) e A sera (1890). Giorno di maggio gli fece ottenere la medaglia d'argento all'esposizione universale di Parigi del 1889 e Notte di primavera fu premiata con medaglia d'oro alla mostra del 1891 a Monaco di Baviera. Cles,del 1892, ebbe la medaglia d'oro del ministero della Pubblica Istruzione; Confidenze del 1898 entrò nella coll. Cugini di Bergamo.

Dedicò parte della sua attività alla propaganda irredentista, partecipando a manifestazioni artistiche che si prefiggevano l'affermazione dell'italianità del Trentino (cfr. E. Bittanti Battisti, Dalla corrispondenza di un pittore-patriota trentino [B. B.], in Studi trentini di scienze storiche,XXVIII [1949], pp. 182-185).

L'argomento pittorico ch'egli preferì a ogni altro fu il paesaggio, ed è nel paesaggio che la sua arte raggiunse i maggiori risultati; ma si conoscono ancora di lui ottimi ritratti e non indegni quadretti di genere. Le regioni che più l'ispirarono furono la Lombardia e le Venezie e in modo particolare il Trentino e, tra le città, Venezia, Verona, Roma. Il paesaggio finisce per essere, per lui, veramente lo specchio e la confessione d'uno stato d'animo: il B. è un romantico e talvolta indulge a riprodurre episodicamente la natura e il particolare, per quella idolatria del vero che fu la falsa religione di tanta pittura italiana ottocentesca, specie nella seconda metà del secolo. Ma l'intimo ideale della pittura bezziana è un altro: lo porta verso i poetici grigi di Corot, da una parte, e verso gli estatici silenzi di Segantini, dall'altra. Più di un critico infatti ha scritto di lui paragonandolo al grande paesaggista francese; meno invece fu riconosciuto il suo istintivo accostamento al Segantini, che la comune origine dei due maestri trentini, come anche i titoli stessi di numerose opere, avrebbe pur dovuto suggerire.

Visse tra Verona (1880-90) e Venezia (sino al 1910); nel 1910 si recò a Roma per preparare lavori per la Esposizione universale del 1911 (e infatti nel suo catalogo figurano anche paesaggi di soggetto romano). Nel 1913 si stabilì a Verona, ma una malattia nervosa gli impedì di dedicarsi ancora alla pittura.

Il B. morì a Cles, nel Trentino, il 7 ottobre 1923.

Sue opere figurano, oltre che in musei e raccolte italiane e straniere, nelle Gallerie d'arte moderna di Roma, Firenze, Venezia, Verona, Torino, oltre che nel Museo di Trento, nel Museo Revoltella di Trieste, nelle gallerie Oddi Ricci di Piacenza e Giannoni di Novara.

Fonti e Bibl.: Oltre alla bibl. in U. Thieme-F. Becker, Künstler-Lexikon-,III, pp.575 s. einEnc. Ital.,VI, p.849, cfr. la bibl., l'elenco delle opere, delle mostre anche postume, dei premi, ecc. in: Collana di artisti trentini, B. B.,Trento 1956, dove è pure raccolto un florilegio critico. Altre mostre collettive del 1960, in cui sono apparse opere del B., sono in Cat. Bolaffi della pitt. ital. dell'800,Torino 1965, pp. 32 s.; vedi inoltre: A. Bezzi, B. B. all'Accad. di Brera,in Studi trentini di scienze stor.,XXXVIII(1959), pp. 76 s.

Vedi anche
Milési, Alessandro Milési ‹-si›, Alessandro. - Pittore (Venezia 1856 - ivi 1945). Sensibile ai modi di G. Favretto, lavorò prevalentemente a Venezia dipingendo scene di vita popolare dallo spiccato gusto aneddotico e ottimi ritratti (La signora Preti, Milano, Gall. d'arte moderna; Riccardo Selvatico, Venezia, Gall. d'arte ... Gròsso, Giacomo Gròsso, Giacomo. - Pittore italiano (Cambiano 1860 - Torino 1938). Eseguì con gusto realista numerosi paesaggi e ritratti in cui alla qualità del dato coloristico si associa un compiaciuto virtuosismo accademico. Tra le opere più note: La cella delle pazze (1884, Torino, Gall. d'arte moderna), Supremo ... Pagliano, Eleuterio Pittore e incisore (Casale Monferrato 1826 - Milano 1903). Studiò a Brera con L. Sabatelli; nel 1849 si arruolò nei bersaglieri e seguì Garibaldi in tutte le sue imprese: dalle guerre dell'indipendenza trasse i temi di molte opere (La morte di Luciano Manara, Roma, Gall. naz. d'arte mod.). Eseguì affreschi ... Favrétto, Giacomo Favrétto, Giacomo. - Pittore (Venezia 1849 - ivi 1887). Allievo di M. Grigoletti e di P. M. Molmenti, studiò anche i maestri veneziani del sec. 18º. Con una tavolozza pastosa trattò temi di vita veneziana e popolare che ebbero largo successo: Il sorcio (1878; Milano, pinacoteca di Brera); Vandalismo ...
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  • BIOGRAFIE in Arti visive
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  • BEZZI, Bartolomeo
    Enciclopedia Italiana (1930)
    Pittore, nato a Fucine d'Ossana, in Val di Sole, il 3 febbraio 1881, morto a Clès l'8 ottobre 1923. Rimasto orfano a dodici anni fu costretto per vivere a fare il merciaio ambulante, e solo a vent'anni riuscì a entrare all'Accademia di Brera. Soggetto dapprima all'influsso realistico di Filippo Carcano, ...
Vocabolario
bèzzo
bezzo bèzzo s. m. [dal ted. svizzero Batze, nome di una moneta della città di Berna]. – 1. Moneta veneziana del valore di 6 denari o mezzo soldo, coniata in argento nel 1497 per sostituire le monete forestiere di ugual nome in corso nello...
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