BELLATI, Bartolomeo (Bartolomeo da Feltre)
Benché sia nato, nella prima metà del sec. XV, da una nobile e illustre famiglia di Feltre, poche sono le notizie biografiche a lui relative giunte sino a noi. Entrato, non sappiamo in quale anno, nell'Ordine dei frati minori conventuali, il B. seguì i corsi di teologia, probabilmente nello Studio generale dell'Ordine, a Bologna, dove si addottorò in "arti e teologia"; e teologia insegnò, intorno al 1475, proprio in quello stesso Studio bolognese, di cui fu anche "reggente" negli anni che precedettero la sua morte. Da una sua testimonianza apprendiamo che tra il 1471 e il 1478 fu inviato a Venezia come legato pontificio da papa Sisto IV, anch'egli francescano. Nel 1477, in un pubblico dibattito svoltosi in Ferrara alla presenza del duca Ercole I d'Este, il B. sostenne, contro il teologo domenicano Vincenzo Bandelli, la tesi dell'inunacolata concezione di Maria Vergine. L'anno successivo intervenne al Capitolo generale del suo Ordine, riunitosi in Perugia. Morì nel 1479 (incerti il mese ed il giorno) a Roma, dove si era recato per partecipare ai lavori del Capitolo generale dell'Ordine. Il suo corpo venne tumulato nella basilica francescana dei SS. Apostoli.
Teologo scotista e grande predicatore, il B. propugnò tenacemente, con la parola e gli scritti, la dottrina del privilegium Mariae, in quegli anni oggetto di vivacissime dispute. Di lui ci restano un Opusculumin II. Sententiarum Scoti, che fu pubblicato postumo a Venezia nel 1481 eche ebbe la fortuna di numerose ristampe; un Liber collectaneus de ver. Conceptionis B. Mariae (Bononiae 1481); e otto Rationes, le quali, redatte sin dal 1477, allorché il B. si preparava a sostenere in Ferrara la dottrina dell'immacolata concezione contro il Bandelli, vennero tuttavia stampate solo quando quest'ultimo le inserì nel suo trattato De singulari puritate et praerogativa conceptionis Salvatoris nostri Iesu Christi (cc.102r-112v), pubblicato a Bologna nel 1481 con dedica ad Ercole I d'Este.
Il B. si era proposto anche di pubblicare gli scritti del grande teologo del suo Ordine, Giovanni Duns Scoto, ed in particolare il suo commento alle Sentenze di Pietro Lombardo (il così detto Opus Parisiense, formato dalle lezioni tenute dallo Scoto alla Sorbona, raccolte dai discepoli). Nel 1478 comparve a Bologna l'edizione, curata dal B., del Liber I. lecturae Parisiensis sive Reportatorum dello Scoto; a questa avrebbero dovuto seguire, in breve volger di tempo, quelle degli altri due libri dell'Opus, ma la morte impedì al B. di portare a termine l'opera progettata.
Al B. - che si valse in questa occasione anche dell'opera e dell'aiuto di un suo confratello, il baccelliere Gomez de Ulisipone - è dovuta, infine, una ristampa, dedicata al cardinale Marco Bembo e pubblicata a Venezia nel 1478, della Summa de casibus conscientiae, ilfamoso trattato di teologia morale composto da un francescano del Trecento, comunemente noto come Astesano.
La produzione e la speculazione teologica del B. sono dunque, come appare evidente dalla brevissima analisi fatta alle sue opere, strettamente collegate al risveglio degli studi scotistici nell'università di Bologna e all'ormai plurisecolare controversia sull'immacolata concezione di Maria Vergine. L'affermazione che Maria non fu liberata dal peccato originale prima della nascita, nel corso della gestazione, ma ne fu preservata immune fin dal primo istante del suo concepimento, per quanto fondata su una tradizionale interpretazione scritturale, era stata in Occidente oggetto di polemiche vivacissime e di violente controversie, che, dal sec. XII in poi, avevano diviso teologi, ordini religiosi e università in due grandi fazioni. Tali dispute ebbero un'ampia eco nel concilio di Basilea (1438-39), dopo il quale si riacutizzarono a tal punto (tra gli oppositori più accesi, sin dai tempi di s. Tommaso, i domenicani, tra cui si resero celebri Raffaele da Pornassio e Vincenzo Bandelli, l'avversario del B. a Ferrara nel 1477) da indurre la Chiesa di Roma a intervenire per chiarire la situazione: il pontefice Sisto IV, con la costituzione Cum praecelsa del 27 febbr. 1477, approvava solennemente la festa dell'immacolata concezione, già celebrata in molti luoghi, con messa ed ufficio propri, composti dal veronese Leonardo de Nogarolis (C. Sericoli, Immaculata B. Mariae Virginis Conceptio iuxta Sixti IV constitutiones, Romae 1945, pp. 73 ss.); ma per il persistere di fortissime opposizioni e polemiche nel 1483, con la bolla Grave nimis, intervenne nella questione una seconda volta, dichiarando, pena la scomunica, false, erronee, contrarie alla verità le tesi degli oppositori e le loro interpretazioni sulla festa dell'immacolata.
In questo quadro di accesa polemica si spiega lo zelo mostrato dal B., oltre che nella predicazione in favore del privilegium Mariae, anche nell'esegesi e nello studio delle opere di Giovanni Duns Scoto. La sua speculazione teologica muove dunque e ha le sue fondamenta nel pensiero del grande teologo sassone, il quale era, a suo tempo, intervenuto nella questione affermando, a proposito dei privilegium Mariae, che "videtur probabile quod excellentius est attribuere Mariae", ed aveva aggiunto che in cielo "vi è la B. Vergine Madre di Dio, la quale mai Gli fu nemica in atto per ragione del peccato attuale, né per ragione di quello originale; lo sarebbe stata, tuttavia, se non ne fosse stata preservata" (in III. Sent., d. 18, q. unica). Si spiega altresi la volontà da parte del B. di pubblicare proprio l'Opus Parisiense, l'opera scritta dai discepoli secondo le lezioni del maestro, e che questi non aveva rivisto: in essa lo Scoto aveva concluso che Maria "non fu inai nemica di Dio in atto per ragione del peccato attuale, e, forse, neppure per ragione di quello originale".
Fonti e Bibl.: I. H. Sbaralea, Supplementum et castigatio trium ordinum s. Francisci a Waddingo aliisve descriptos..., I, Romae 1908, pp. 118 s.; B. Bughetti, Francesco Della Rovere da Savona, ord. min., lettore di filosofia..., in Archivum Franciscanum Hist., XXXVI(1943), p. 212; C. Paina, Gli inizi e lo sviluppo dello scotismo a Bologna e nella regione romagnolo-flaminia, ibid., XI (1947), pp. 55, 65 s.; Id., Una crisi spirit. in Feo Belcari per l'Immacolata Concezione e una lettera ined. di fr. Cherubino da Spoleto (1482), ibid., XLVII(1954), p. 453; Dict. d'Hist. et-de Géogr. Ecclés., VII, col. 827; Enc. Catt., II, col. 1184.