Industriale e pensatore politico, detto le père E. (Parigi 1796 - ivi 1864). Uscito dall'École polytechnique, lavorò in una banca; nel 1822 si avvicinò al Saint-Simon, di cui divenne ardente e fedelissimo seguace. Alla morte di Saint-Simon, fondò Le Producteur (1825) e diventò condirettore della scuola sansimoniana con Saint-Amand Bazard, che se ne staccò poco dopo. Allora egli mutò la scuola in una setta religiosa. "Pontefice della Nuova Gerusalemme", manifestò pretese messianiche, attaccò il matrimonio tradizionale e si procurò molte ostilità con le sue teorie sui rapporti sessuali; perciò nel 1832 si ritirò a Ménilmontant con una quarantina di seguaci. Le riunioni furono sospese dall'autorità politica ed E. arrestato con l'accusa di attentato alla morale e di associazione illegittima. Posto in libertà alcuni mesi dopo, partì coi discepoli per l'Egitto, dove si interessò al problema del Canale di Suez; tornato in Francia, licenziò i discepoli e si dedicò allo studio dei problemi economici. Fu direttore della linea ferroviaria Lione-Parigi e diede vita a Le Crédit, giornale repubblicano conservatore (1848-50). Tra le sue opere: La colonisation de l'Algérie (1843); La science de l'homme (1858); La vie éternelle (1861).