BARRETO DE MENEZES, Tobia
Scrittore brasiliano nato a Sergipe nel 1839, morto a Recife nel 1889. Fu poeta, critico, giurista. Svolse la parte più significativa della propria attività nella città universitaria di Recife: vi i suoi versi infiammati, sovraccarichi di immagini spesso stravaganti, sollevarono l'entusiasmo di varie generazioni di studenti, ai quali egli fu da prima compagno negli studî, poi maestro.
Letti a mente riposata, lontano dagli avvenimenti che li ispirarono e dall'ambiente in cui presero forma (come la guerra cosiddetta del Paraguay), quei versi si rivelano molto imperfetti e sciatti: rettorica più che poesia. Paragonandoli a quelli del suo giovane rivale in popolarità Castro Alves, si comprende la differenza che passa tra un vero poeta, momentaneamente traviato verso atteggiamenti tribunizî, e un tribuno nato che vuol fare il poeta. Come critico, la sua principale funzione consistette nel propagare fra la gioventù brasiliana i concetti e i metodi della filosofia tedesca, applicandoli anche agli studî letterarî. Alcuni lo giudicarono perciò un filosofo; ma egli non ha propriamente aggiunto nulla di originale alle cognizioni che trasmetteva, si è limitato a commentarle con lucidità ed eloquenza. Forse i suoi scritti più solidi e più serî sono quelli che meno alla sua fama contribuirono: le monografie d'argomento giuridico. La sua fama, del resto, è oggi assai impallidita: il suo nome viene ora soprattutto ricordato per la vasta influenza che egli esercitò tra i suoi contemporanei.
Opere: Ensaios e estudos de philosophia e critica, Estudos allemães, Dia e noites (versi), Algumas ideas sobre o fundam en to do direito de punir, O mandato criminal, Menores e loucos em direito criminal, Commentarios theorico ao Codigo criminal basileiro, Traços de litteratura comparadadesde 1830
Bibl.: S. Romero, Hist. da lit. brasil., Rio de Janeiro 1918 segg.