BAROZZI, Giacinto, detto il Vignola
Figlio di Iacopo, non ne conosciamo né il luogo né la data di nascita: il Ronchini lo vuole di Vignola, il Promis modenese, lo Zani romano. Il suo anno di nascita deve essere compreso tra il 1535 e il 1540.
Il B. compare per la prima volta a Piacenza, nel 1560, quale aiutante del padre: questi, incaricato da Ottavio, duca di Parma, di portare a termine la costruzione della cittadella, era stato costretto a partire senza aver terminato i lavori, per tornare presso il cardinale Famese, suo committente, lasciando il figlio come sostituto nella direzione dei lavori. Del 28 maggio 1561 è una lettera del B. a Margherita d'Austria dove tratta della fabbrica del palazzo di Piacenza. Sempre nello stesso anno, il 6 giugno, per decreto ducale, il B. venne nominato commissario generale delle acque, ponti e strade di Parma e Piacenza; venuto però in contrasto con il commissario dei lavori Bosetti, chiese e ottenne la licenza di raggiungere il padre a Roma, partendo nel gennaio del 1562, con una patente onorifica. A Roma, il 12 giugno 1562, indirizza una lettera ad Ottavio Famese per accompagnare una copia dell'opera patema Regola delli cinque ordini di architettura. Nel 1564 è ancora a Roma, poiché in tale anno presta servizio alla Camera apostolica come computista ed estimatore delle fabbriche papali. Il 28 novembre dello stesso anno stipula un contratto matrimoniale con una certa Maria, figlia di Giovanni Serminet, che gli porta in dote una casa. Ancora nel 1565 è computista delle fabbriche papali, ma lavora anche al fianco del padre nelle Stanze vaticane. Lavora in Vaticano fino al 1572 circa, come ci attestano documenti di pagamento a lui intestati per i lavori del conclave del 1566 e per la incoronazione di Gregorio XIII nel 1572.
Rimasto solo e senza appoggi dopo la morte del padre (7 luglio 1573), perde importanza anche agli occhi dei Famese. Il 23 ottobre chiede al cardinale Alessandro Famese di poter continuare ad abitare la casa romana di proprietà del principe. Sempre nel 1573 compie un viaggio a Camerino, incaricato dalla Camera apostolica di riparazioni a un palazzo di proprietà della Camera stessa; più tardi, il 20 novembre, scrive di nuovo ad Alessandro Famese, informandolo di un suo viaggio a Gualdo e Fabriano, perché Gregorio XIII gli aveva chiesto una pianta in rilievo dei confini tra le due città: nella stessa lettera promette inoltre di riordinare, al ritomo, le carte pateme e "dar compimento all'opera di Prospettiva": lavoro questo, però, che in un secondo tempo passerà al domenicano Ignazio Danti. Nel 1575 il B. inizia la costruzione a Roma di S. Anna dei Palafrenieri, i cui disegni erano stati lasciati dal padre. Si apre dopo per lui un periodo di difficoltà.
Il 3 nov. 1575 il B. aveva inviato alla corte spagnola la Offerta di un nuovo modo di difendere qual si voglia fortezza per debole che sia riputata da qual si voglia numeroso esercito.
L'Offerta era accompagnata da una lettera indirizzata a Filippo II, nella quale il B. affermava di non essere "mosso da spirito di ambitione, ma da debito christiano, et obbligo di servire al maggior sostegno della religione nostra*; egli riteneva che la sua macchina sarebbe stata preziosa "in tanta necessità di difesa contro l'empito dei turchi", e giustificava il riserbo tenuto a proposito degli aspetti tecnici della sua scoperta, affermando di non essere "per farlo sapere ad huomo che viva, fintanto che in tempo proportionato io possa conoscere se questo è in piacere di V.M.". Da una sua lettera da Roma del 15 nov. 1575 a G. B. Pico sappiamo che l'Offerta fu da lui inviata anche all'imperatore e al granduca di Toscana e che inoltre egli, pur inviandone un esemplare al duca di Parma, non desiderava dare alle stampe il prospetto. La proposta del B. fu accolta con molto scetticismo a Madrid, non solo per la mancanza di dettagli tecnici, ma soprattutto per il fatto che egli non poteva vantare alcuna diretta esperienza m questioni di carattere militare. Fu deciso tuttavia di inviare un esperto che potesse stabilire l'effettiva importanza della sua invenzione. Non è certo se questa missione avvenne realmente, comunque non dovette sortire esito favorevole, dato che il B. continuò ad offrire successivamente la propria invenzione ad altre corti.
Pare che nel 1578 il B. si fosse deciso a dare alle stampe il suo progetto (v. lettera al Pico del 27 aprile) e perciò si adoperò a raccogliere attestati sulla sua invenzione tra persone amiche, di diversi mestieri e ceti sociali, per pubblicarli poi nel 1581 a Perugia col titolo: Seconda proposta di G. B., detto il Vignola Architetto, in materia di una nuova difesa...
Il B. inviò anche questa proposta al card. Alessandro Farnese, ad Alfonso II duca di Ferrara, al granduca Francesco de' Medici. Ottenne attestati dalla Camera apostolica e dal governo di Napoli.
Verso la fine del 1583 fu invitato dal re di Polonia, Stefano I Báthory: ma, sul punto di partire, ricevette dal capitano Properzio Barozzi, suo cugino, la proposta di servire, in qualità di ingegnere, le truppe di Alessandro Famese in Fiandra. L'ultimo documento riguardante la vita del B. è una lettera spedita da Genova al Pico, il 10 luglio 1584, nella quale dava informazioni sul viaggio.
Il B. visse all'ombra della gloria del padre: pur seguendo fedelmente i progetti e i disegni patemi, non riuscì mai a dare un'itnpronta personale e significativa alle sue opere.
Fonti e Bibl.: Simancas, Archivo general, Papeles de Estado de la correspondencia y negociación de Nápoles, Virreinato, Legajo 1701, ff. 18, 19, 20; G. Tiraboschi, Biblioteca modenese, I, Modena 1781, p. 170; VI, ibid. 1786, pp. 24 5.; P. Zani, Encicl. metodica... delle belle arti, 1, 3, Parma 1820, p. 91; G. Gaye, Carteggio inedito d'artisti..., III, Firenze 1860, pp. 438 S.; A. Ronchini, I due Vignola, in Atti e Mem. d. R. Deputaz. di storia patria per le Prov. modenesi e Parmensi, III (1866), pp. 361-396; E. Ravioli, Notizie intorno a G. B. detto il Vignola architetto del sec. XVI..., in Giornale arcadico di scienze lettere ed arti, CCV (1867), pp. 1-51; CCIX (1870), pp. 175-205; C. Promis, Biografie di ingegneri militari italiani dal sec. XIV alla metà del sec. XVII, in Miscell. di storia ital., XIV, Torino 1874, pp. 676-684 (con molte inesattezze); A. Bertolotti, Artisti lombardi a Roma nei secc. XV, XVI..., Milano 1881, 1, pp. 355, 357 S.; II, pp. 317 s.; Id., Artisti modenesi... a Roma.... Modena 1882, pp. 20-23; A. G. Spinelli, Biobibl. dei due Vignola, in Memorie e studi intorno a Iacopo Barozzi...Vignola 1908, pp. 73-76; G. Canevazzi, Intorno a L. e a G. B., ibid., pp. 329-345 (con ulter. bibl.); M. Valcher Casotti, Il Vignola, Trieste 1960, I, vedi Indice; U.Thieme-F. Becker, Künstler-Lexikon, XXXIV, p. 353.