CELSANO, Barnaba
Nacque presumibilmente prima della metà del sec. XV a Vicenza.
Il luogo di nascita non è tuttavia certo, perché, mentre documenti e letteratura lo definiscono unanimemente vicentino, il cognome, talora preceduto dalla preposizione "de" coincide col nome di un piccolo centro del contado di Vicenza (oggi Sossano).
Della sua vita familiare sappiamo molto poco: figlio di Tommaso, sposò Bianca di Francesco "de Clericatis" da cui ebbe, i figli Francesco e Tommaso. Si formò culturalmente alla scuola di Ognibene Bonisoli da Lonigo, che l'avviò agli studi di grammatica e di retorica, materie di cui divenne docente, esperto sia di latino sia di greco. Dovette raggiungere una notevole fama se il 15 sett. 1485 il Collegio dei notai vicentini gli concesse gratuitamente di far lezione per sette anni nella propria sede, definendolo "orator et poetarum, unicus interpres".
Morì a Padova non prima del 1502, quando fece testamento proprio in quella città. Secondo il suo desiderio fu sepolto nella chiesa benedettina dei SS. Felice e Fortunato a Vicenza.
Umanista tipico, buon conoscitore delle lingue classiche, il C. dovette profondere gran parte della sua dottrina nell'insegnamento, sulle orme di quell'Ognibene nei cui confronti mostrò sempre una commossa devozione. Echi della stima da lui goduta presso i contemporanei si colgono negli elogi che gli rivolsero altri allievi di Ognibene, come il cronachista vicentino Battista Pagliarini e l'elegante letterato Bartolomeo Pagello. Quest'ultimo in particolare gli dedicò alcune elegie e gli indirizzò nume se lettere; una conferma della profonda amicizia che li legava viene dalla decisione del C. di affidare al Pagello l'esecuzione del proprio testamento. La fama del C. è legata soprattutto a tre edizioni da lui curate e apparse a Vicenza tra il 1480 e il 1482 per i tipi di tre diversi stampatori. Tra il maggio e l'agosto 1480 furono pubblicati da Hermann Liechtenstein di Colonia i due tomi delle opere di Ovidio, in cui l'apporto del C. non sembra comunque tale da distinguere la sua edizione dalle numerose che l'avevano preceduta, a partire dalla princeps del 1471. Nel febbraio 1482 Leonhard Achates da Basilea portò a termine la stampa della traduzione di Ognibene di una serie di epistole, orazioni e dispute di s. Atanasio. Alla dedica del traduttore a Paolo II sono preposte due lettere reciprocamente elogiative scambiate tra il vescovo di Cattaro Pietro Bruto e il C., che lo incita alla pubblicazione dell'ormai pronta Victoria contra Iudaeos. Nel maggio 1482 apparve infine, per i tipi di Iacobus de Dusa, l'editio princeps delle opere di Claudiano (esclusi i carmina minora),dedicata al Pagello. Anche in questo caso non appare rilevante lo sforzo editoriale del C., servitosi, senza troppe preoccupazioni, di una mediocre fonte manoscritta. Non ci sono invece arrivate una traduzione della Geografia di Tolomeo, dedicata anch'essa al Pagello, e l'opera di erudizione locale De viris illustribus Vicentinis. Alcune lettere del C. al Pagello sono conservate ai ff. 5v-6r, 13v-14v del manoscritto 168 della Biblioteca comunale Bertoliana di Vicenza.
Bibl.: Sugli incunaboli stampati a Vicenza cfr.: G. T. Faccioli, Catalogo ragionato de' libri stampati in Vicenza e suo territorio nel sec. XV, Vicenza 1796, pp. 47 s., 62 s.; L. Hain, Repertorium bibliograph., I, 1, n. *1905; 2, n. *5370; II, 1, nn. *12141, *12149; Gesamtkatalog derWiegendrucke, III, n. 2760; VI, n. 7059. Il Faccioli (pp. 53 s.) attribuisce dubitativamente al C. la traduzione di Tolomeo apparsa con il titolo di Cosmographia a Vicenza nel 1475 per i tipi del Liechtenstein. In realtà la traduz. è quella compiuta tra il 1406 e il 1410 da Iacopo di Angelo da Scarperia, allievo di Manuele Crisolora, e dedicata ad Alessandro V. Dubbi circa un intervento del C. nella preparazione dell'edizione vicentina possono sorgere soltanto dal nome di uno dei curatori, indicato come Barnabas Picardus. Su questo incunabolo vedi: Hain, Repertorium..., II, 2, n. *13536; J.-Ch. Brunet, Manueldu libraire et de l'amateur de livres, IV, Berlin 1922, coll. 951 s.; J.-G.-Th. Graesse, Trésor delivres rares et précieux, V, Berlin 1922, p. 499. Sul C. cfr. inoltre: Claudii Claudiani carmina, in Mon. Germ. Hist., Auctores antiquissimi, X, a cura di Th. Birt, Berolini 1892, pp. LXXXII-LXXXIV, CLXXXIV; G. J. Vossius, De histor. Latinis libri III, 2 ed., Lugduni Batav. 1651, p. 697; B. Pagliarini, Croniche di Vicenza, Vicenza 1663, pp. 184 s.; A. Teissier, Catalogus auctorumqui librorum catalogos, indices, bibliothecas, virorum litteratorum elogia, vitas, aut orationes funebresscriptis consignarunt, Genevae 1686, p. 38; I. A. Fabricius, Conspectus thesauri litterarii Italiae, Hamburgi 1730, p. 367; F. F. Vigna, Preliminaredi alcune dissertaz. intorno alla parte migliore dellastoria ecclesiastica, e secolare della città di Vicenza tralasciata dagli altri storici, Vicenza 1747, pp. 81-83; Angiolgabriello di Santa Maria [P. Calvi], Bibliot., e storia di quei scrittori così della città come del territorio di Vicenza…, II, 1, Vicenza 1772, pp. 141, 143 ss., 271, 275 ss., 289 ss., 293 s., III, 2, ibid. 1775, pp. 37-44, 50 (v. pp. 43 s. per l'amicizia tra il C. e Pagello; cfr. anche Poesie inedite di B. Pagello…,a cura di F. Zordan, Tortona 1894); I. Savi, Mem. antiche e mod. intorno alle pubbl. scuole in Vicenza, Vicenza 1815, pp. 31 ss., 35, 37 s.; B. Botfield, Praefat. et epistolae editionibus principibus auctorum veterum praepositae, Cantabrigiae 1861, pp. LVIII, 174 s.; J. E. Sandys, A history of classical scholarship, II, Cambridge 1908, p. 103; F. Peeters, Les "Fastes" d'Ovide, Histoire du texte, Bruxelles 1939, p. 183; P. O. Kristeller, Iter Italicum, II, pp. 303 s.