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BARISONE di Torres

di Francesco Casula - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 6 (1964)
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BARISONE di Torres

Francesco Casula

Regnò, con l'apperativo di giudice, nel Logudoro (contrazione di Locum de Torres)verso la seconda metà del sec. XI. Il suo piccolo stato, posto nel nord-ovest della Sardegna, si era andato formando, così come quelli di Cagliari, Arborea e Gallura, qualche secolo prima, in conseguenza dell'occupazione araba dell'Africa e della Sicilia che tagliava fuori la Sardegna da Bisanzio da cui dipendeva. La necessità di una pronta difesa dalle scorrerie musulmane aveva favorito la divisione della Sardegna in quattro territori autonomi, a capo dei quali stava un giudice, eletto dal popolo e con prerogative sovrane. Per quanto riguarda il Logudoro, B. è il primo dei giudici di cui abbiamo testimonianza certa; dei suoi predecessori niente ci è stato tramandato. Pisa aveva stretto, intanto, rapporti con il Logudoro già dal 1016, soprattutto in seguito alla spedizione nei mari di Sardegna contro Mugìahid, l'ultimo e il più funesto invasore islamico. La politica di B. fu, però, piuttosto contraria all'insediamento pisano e intesa più che altro a favorire l'immigrazione di monaci che portassero nell'isola cultura e religione. A tale scopo B. mandò nel 1063 alcuni ambasciatori a Desiderio, abate di Montecassino, chiedendogli dodici religiosi che fondassero nella provincia un monastero ed introducessero la regola di s. Benedetto. Desiderio accondiscese e dodici religiosi, con libri, reliquie e sacri arredi, partirono, quindi da Gaeta verso la Sardegna. Ma Pisa, non tollerando il loro insediamento nell'isola, aveva mandato alcune navi corsare a intercettare la loro rotta. La nave fu assalita presso l'isola del Giglio e incendiata, tutti gli averi depredati e i monaci ingiuriati. Soltanto otto di essi riuscirono, dopo varie vicissitudini, a ritornare a Montecassino: gli altri quattro erano periti durante l'abbordaggio. L'azione dei Pisani, secondo il Besta (pp. 76 s.), sarebbe stata rivolta soprattutto contro lo stesso B. e testimonierebbe una rottura che sarebbe allora intervenuta tra il giudicato turritano e Pisa. Il papa Alessandro II minacciò di scomunica i Pisani se non avessero subito posto riparo alla grave offesa da loro arrecata, ma solo dopo un intervento diretto di Goffredo di Lorena, marito dalla contessa Matilde, il monastero riottenne quanto era stato predato e a B. furono date soddisfazioni. Le cronache tacciono gli avvenimenti immediatamente successivi, e alcuni anni dopo troviamo le parti in causa apparentemente dimentiche dell'accaduto. Così, mentre Pisa cercava di penetrare nell'isola attraverso accordi commerciali e intese diplomatiche, B. rinnovava, intorno al 1065, la richiesta di altri monaci all'abate Desiderio, che la soddisfaceva, inviando in Sardegna altri due benedettini. Per favorire la loro venuta il giudice aveva donato all'Ordine le chiese di S. Maria di Bubalis e di S. Elia di Montesanto, dotandole di larghe estensioni di terreno e di buon numero di servi. Iniziava così la penetrazione monastica in Sardegna che, dal giudicato di Torres, si estendeva ben presto a tutta l'isola. Non conosciamo l'anno di morte di B.; gli successe il nipote Mariano I, che egli aveva associato al regno fin dal 1065.

Fonti e Bibl.: P. Tola, Codex diplomaticus Sardiniae, I, Augustae Taurinorum 1861, docc. 6 p. 153, 10 p. 156; G. Bonazzi, Il condaghe di S. Pietro di Silki, Sassari-Cagliari 1900, pp. XXVIII, schede nn. 27, 31, 33, 38, 42, 44, 46, 48, 57, 61, 89; A. Boscolo-A. Sanna, Libellus iudicum Turritanorum,Cagliari 1957, p. 7; P. Tola, Diz. degli uomini illustri di Sardegna, I, Torino 1837, p. 115; E. Besta, La Sardegna medioevale, 1, Palermo 1908, pp. 75 ss.; D. Filia, La Sardegna cristiana, II, Sassari 1913, pp. 7 ss.; A. Saba, Montecassino e la Sardegna medioevale, Montecassino 1927, pp. 8 ss.; D. Scano, Serie cronologica dei giudici sardi, in Arch. stor. sardo, XXI,3-4 (1939), pp. 93 s.

Vedi anche
Arborea Dall’11° sec., nome di uno dei quattro giudicati di Sardegna, corrispondente alla parte media occidentale dell’isola con centro Oristano. Il primo giudice a noi noto è Mariano I di Zori (11° sec.); Barisone I di Serra verso la metà del 12° sec. tentò l’unificazione dell’isola. Occupato in parte dal giudice ... Michele Zanche Zanche ‹z-›, Michele. - Vicario (sec. 13º) di re Enzo di Sardegna, poi giudice del Logudoro (Torres); fu ucciso a tradimento dal genero Branca Doria. È ricordato da Dante (Inf. XXII, 88, e XXXIII, 144). Adelàsia di Torres Adelàsia ‹-ʃ-› di Torres. - Regina (n. 1204 circa - m. castello di Goceano dopo il 1255) del Logudoro (Sardegna nord. occid.), successe nel 1236 al fratello Barisone II, e regnò non oltre il 1252. Sposò in prime nozze (1219) Ubaldo di Lamberto Visconti, giudice di Gallura, e, morto lui (1238), in seconde ... Lamberto Viscónti Viscónti, Lamberto. - Giudice di Gallura (sec. 13º), per effetto del suo matrimonio (1205) con Eleonora, erede di quel giudicato. Con lui, pisano, il dominio di Pisa si affermò su quella parte della Sardegna. Col figlio Ubaldo avanzò pretese anche sul giudicato di Cagliari, specie dopo la morte di Barisone ...
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  • BIOGRAFIE in Storia
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  • GIUDICATO DI TORRES
  • ISOLA DEL GIGLIO
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  • BENEDETTINI
Altri risultati per BARISONE di Torres
  • Sèrra, Barisone I di
    Enciclopedia on line
    Giudice di Sardegna (sec. 12°); tenne il giudicato di Arborea tra il 1146 e il 1186. Aspirò alla sovranità su tutti i giudicati sardi, per l'investitura (1164) ottenuta da Federico Barbarossa, ma fu osteggiato dai Genovesi che già lo avevano sostenuto.
Vocabolario
òcchio di civétta
occhio di civetta òcchio di civétta locuz. usata come s. m. – Altro nome della pianta primavera (Primula vulgaris).
pan di sèrpe
pan di serpe pan di sèrpe locuz. usata come s. m. – Nome comune delle erbe note in botanica come gigaro.
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