BARI
. Popolazione negra stanziata sulle due rive dell'alto Nilo, fra il 5°30′ e il 4° N. e appartenente anche per il tipo fisico e per la cultura al gruppo dei Nilotici. La statura altissima, le forme slanciate e asciutte del corpo, il color nero della pelle li accostano ai Dinca e agli Scilluk, mentre nei tratti facciali si mostra qualche elemento meno negroide che li avvicina ai più meridionali Nandi e Masai. Sono agricoltori e allevatori, cacciano anche l'ippopotamo, attaccandolo con le zagaglie dalle zattere di canne di papiri (ambač), ed esercitano attivamente la pesca. Hanno in comune con gli altri Nilotici del nord lo stato presso che completo di nudità, la capanna cilindrica con tetto conico, la prevalenza della lancia e dei pugnali fra le armi, lo sviluppo dell'arte metallurgica e dell'intrecciatura.
Il Bari o Gilio è una lingua nilotica che appartiene al gruppo nilo-equatoriale di Delafosse, il quale comprende inoltre il Latuka, Turcana, Suk, Nandi, Kavirondo, Taturn, Masai, ecc. Questo gruppo si collega al nilo-abissinico (Dinca, Scilluk, Nuer, ecc.) situato a settentrione di esso.
Il Bari comprende parecchi dialetti. Esso distingue due classi di nomi, caratterizzate la prima da l, la seconda da n, come nel Masai.
Bibl.: F. Müller, Die Sprache der Bari, Vienna 1864; J. C. Mitterutzner, Die Sprache der Bari, Bressanone 1867 (tradotto in inglese da C. R. Owen, Bari Grammar and Vocabulary, Oxford 1908). Per i rapporti del Bari con il Dinca v. H. Schuchardt, Bari und Dinka, in Wiener Zeitschr. für die Kunde des Morgenl., XXVI (1912).