BARENTÙ (A. T., 116-117)
Notevole villaggio della colonia Eritrea, posto a cavalcione di un poggio alto 980 m. s. m. sulla sinistra del Mai Tsadà, subaffluente del Barca, verso lo spartiacque tra questo e il bacino del Gasc′. Oltre ai pochi edifici destinati ad uffici e abitazioni degli scarsissimi europei, esiste un centro missionario di cappuccini e un piccolo ospizio di suore.
Gl'indigeni battezzati dipendenti dalla missione ammontano a un migliaio circa. La popolazione che abita il villaggio (circa 2000 ab.) è costituita in prevalenza di Baria, con pochissimi Cunama, Abissini e Beni Amer, e qualche Indiano, che ha in mano tutto il commercio: il territorio circostante è però Cunama. Il prodotto più importante del commercio locale è la gomma, che viene raccolta dagl'indigeni nelle boscaglie d'acacia del bacino del Gasc′ e adunata sul mercato nella misura di circa 1000 quintali annui; vengono poi i semi oleosi, la dura, il bultuc, il bestiame, le pelli e altri prodotti dell'agricoltura e della pastorizia.
Il commissariato del Gasc′ e Setit di cui Barentù era capoluogo, è ora riunito a quello del Barca, con capoluogo ad Agordat.