BARDO
I documenti nei quali appare hanno sempre "Bardus", mai "Bardo": è errata perciò la forma sotto la quale lo si usa citare spesso in italiano "Bardone". Figlio di Alberto (morto prima del sett. del 1075), era canonico della cattedrale di Lucca. Il Regesto del capitolo di Lucca lo ricorda nel periodo tra il 1038 e il 1088. I primi due documenti (nn. 172 e 190 del Regesto),rispettivamente del 1038 e del 6 sett. 1043, non rivelano le sue cariche, mentre il 9 luglio 1064 (n. 312) lo troviamo quale chierico e canonico della cattedrale di Lucca. Tra il 1066 C il 5 agosto 1071 (nn. 337, 340, 357, 372, 376-377) è chierico e primicerio; tra il 1075 e il 9 giugno 1088 è diacono e primicerio (nn. 409, 417, 422, 447, 453, 506-507). La sua presenza nel capitolo della cattedrale coincide con l'introduzione in essa della vita comune dei canonici. La posizione di B. di fronte a questa riforma ci è nota attraverso un atto notarile rogato "prope Piscia Maiore iuxta ecclesiam S. Mariae" il 10 ott. del 1084. A questa data, infatti, il vescovo di Lucca, Anselmo II, era già stato espulso dalla città proprio per una rivolta di canonici contrari all'applicazione della riforma gregoriana e B. nell'atto figura tra i canonici rimastigli fedeli che lo seguirono in esilio: "Bardus primicerius adque diaconus una cum Lamberto archipresbyìero, canonici et ordinarii ecclesie et canonice S. Martini de Lucca, quanivismodo inde iniuste sint exiliati..." - Altri documenti non c'informano della sua permanenza a Pescia, né sappiamo se trascorse là tutto il periodo del suo esilio. Morì Un 21 novembre, secondo la testimonianza del Necrologio del capitolo di Lucca, ma non si sa in quale anno.
Rangerio, vescovo di Lucca, nella sua Vita metrica S. Anselmi Lucensis episcopi dedica una lunga parte a B. che chiama "vir magnae religionis et sapiens", impegnandolo in due dialoghi con Pietro intruso nella sede vescovile di Lucca. Esser scelto portavoce del partito anselmiano, che è poi quello gregoriano, da un personaggio come Rangerio -che, succedendo nel vescovato di Lucca poco dopo la morte di Anselmo, poteva avere notizie dirette intorno ai personaggi e alle vicende di quegli anni turbolenti di lotte tra gli scismatici e gli aderenti alla riforma - è un'altra testimonianza dell'atteggiamento decisamente gregoriano di Bardo (Monumenta Germ. Hist., Scriptores, XXX, 2,Lipsiae 1934, pp. 1268-1274, vv. 5351-5644).
A B. venne attribuita per quasi tre secoli la paternità della Vita Anselmi episcopi Lucensis,la biografia più antica di Anselmo II di Lucca. L'attribuzione - le cui origini risalgono a Luca Wadding che nell'edizione da lui curata della Vita nel 1657 la prospettò per la prima volta, però solo quale ipotesi - deriva dal fatto che l'autore della Vita non rivelava il proprio nome per intero nell'epilogo dell'opera, ma solo l'iniziale, appunto la lettera B. Anche nell'edizione inserita nei Monumenta (Mon. Germ. Hist., Scriptores, XII, Hannoverae 1856, pp. 13-35) troviamo ancora la Vita sotto il titolo "Vita Anselmì episcopi Lucensis auctore Bardone presbytero". Ma siccome l'autore della Vita afferma di essere stato ordinato sacerdote da Anselmo, mentre B. è nominato nei documenti, anche dopo la morte del vescovo (1086), quale diacono (cfr. i già cit. nn. 506-507 del Regesto,datati il 9 giugno 1088), l'identificazione non può essere sostenuta. Del resto la scarsità di notizie lucchesi nella Vita e il modo con cui il personaggio Anselmo vi è impostato rendono poco probabile addirittura che l'autore sia stato lucchese. In ogni modo B. non è sicuramente l'autore della Vita .
Fonti e Bibl.: D. Barsocchìni, Memorie e documenti per servire all'istoria del ducato di Lucca, V, 1, Lucca 1844, pp. 305-364; Regesto del Capitolo di Lucca,a cura di P. Guidi e O. Parenti, I, Roma 1910; B. SchmeidIer-G. Schwartz, Kleine Studien zu den Viten des Bischofs Anselm und zur Geschichte des Investiturstreits in Lucca: Der sogenannte Bardo ist nicht der Verfasser der Prosaischen Vita Anselmi,in Neues Archiv der Gesellschaft für altere deutsche Geschichtskunde, XLIII (1922), pp. 527-537; A. Guerra-P. Guidi, compendio di storia ecclesiastica lucchese dalle origini a tutto il secolo XII,Lucca 1924, pp. 150-166; P. Guidi, Il Primicerio lucchese Bardo non è l'autore della "Vita S. Anselmi episcopi Lucensis", in Miscell. lucchese di studi storici e letter. In memoria di S. Bongi,Lucca 1931, pp. 11-29; E. Kìttel, Der Kampf um die Reform des Domkapitels in Lucca im ii. Jahrhundert, in Festschrift Albert Brackmann dargebracht..., Weimar 1931, pp. 218-247; M. Giusti, Le canoniche della città e diocesi di Lucca,in Studi Gregoriani, III, Roma 1948, pp. 323-334; E. Pásztor, Una fonte per la storia dell'età gregoriana: la "Vita Anselmi episcopi Lucensis",in Bullett. d. Ist. stor. ital. per il M. E.,LXXII (1961), pp. 4 S.; Id., Luca Wadding, editore della "Vita Anselmi ePiscopi Lucensis",in Arch. Franc. Hist.,LIV (1961), pp. 322-323.