Umanista (Firenze 1534 - ivi 1612). Di famiglia nobile e ricca, fu avviato alla carriera delle armi: partecipò alla guerra di Siena (1553-54), alla difesa di Malta contro i Turchi (1565) e infine, chiamato a Roma da Clemente VIII (1592) e nominato luogotenente generale della guardia pontificia, alla spedizione in Ungheria contro i Turchi (1594), nella quale si distinse all'assedio di Strigonia. A questa attività militare alternò sempre un'attiva partecipazione alla vita culturale di Firenze, dedicandosi soprattutto alla causa di un rinnovamento musicale rispondente allo spirito umanistico. Criticò lo stile polifonico allora invalso, per esortare a un'arte che sapesse ravvivare l'espressione e rendere evidente il dialogo nella rappresentazione drammatica, quale si trovò infatti nella nuova monodia. A questa soluzione contribuì, con i suoi amici della "Camerata fiorentina" (detta anche "Camerata de' Bardi"), attraverso ragionamenti di ordine umanistico, cioè contrapponendo al "gotico" contrappunto lo stile dei Greci e dei Romani, atto a servire, anziché a oscurare, la parola. Ma intanto il B. stesso non ricusava di comporre musiche per le feste della Corte medicea, e madrigali polifonici per intermezzi da lui stesso ideati (1586, 1589). Espose le sue idee in un Discorso... sopra la musica antica, e 'l cantar bene (pubbl. 1763) indirizzato a G. Caccini. Gli si deve anche, fra l'altro, un Discorso sopra il giuoco del calcio fiorentino (1580).