BARCELLOS, Pedro, conte di
Uno dei tanti figli illegittimi di D. Denis, il re poeta di Portogallo (1279-1325), nato da D. Gracia, signora di Ribeira di Santarem, nel 1285. Fu molto amato e stimato dal padre che gli concesse titoli nobiliari (fra cui la contea di Barcellos), uffici ed onori nella corte e nel regno. Sebbene i nobili vedessero di mal'occhio questi figli illegittimi del re, tuttavia don Pedro, sia per l'ingegno, sia per la liberalità, seppe procacciarsene la simpatia. Quando fra D. Denis e il suo primogenito Alfonso, erede legittimo del trono, sorsero contrasti perché il re mostrava predilezione per il bastardo Alfonso Sanches che avrebbe voluto legittimare per trasmettergli la corona, Don Pedro tenne le parti dell'erede legittimo, la qual cosa gli procurò l'ostilità del padre, la confisca dei beni e l'esilio ch'egli trascorse in Castiglia. Ma quando Alfonso giunse fino a prendere le armi contro il padre (1321-22) e contro il rivale bastardo, D. Pedro, insieme con la regina Isabella si fece mediatore di pace e poté riacquistare con la grazia del re i suoi beni. Nonostante questo suo leale contegno verso Alfonso, quando questi salì al trono, non ebbe per il fratello quella benevolenza che avrebbe dovuto avere, tuttavia alla fine sembra che i due fratelli si conciliassero. Morì nel 1354. D. Pedro, seguendo le tradizioni dell'avo Alfonso III e del padre, coltivò la poesia lirica e si sa che compilò il Livro das Cantigas (purtroppo perduto). Scrisse anche poesie, e dieci di esse, quattro d'amore (cantigas de amor) e sei satiriche (c. de maldizer), ci sono conservate nei due canzonieri della Vaticana e Colocci-Brancuti (v. canzonieri). Ma la fama di D. Pedro è meglio assicurata dalla parte ch'egli ebbe nella redazione di uno dei Livros de Linhagens (v. portogallo: Letteratura), descrizioni della genealogia dei re della terra e specialmente del Portogallo. O Nobiliario do Conde D. Pedro, che è l'ultimo dei quattro Livros che possediamo, non è, come ha dimostrato l'Herculano, tutta opera sua, ma ricevette da D. Pedro una particolare fisionomia acquistando carattere di storia. Le pagine dovute a lui non sono sempre scarni elenchi di nomi, ché spesso s' incontrano leggende e aneddoti interessanti, che ritraggono le costumanze delle corti e della vita intima delle classi della società. Riesce così il Nobiliario uno dei primi saggi notevoli della prosa e della storiografia portoghese, "a escritura de maior utilitade que temos en Espanha", come dice Francisco Brandão.
Bibl.: C. Michaëlis de Vasconcellos, Cancioneiro d'Ajuda, Halle 1904, II, p. 246 e segg.; Cancioneiro Portuguese da Vaticana, edizione critica a cura di Th. Braga, Lisbona 1878, nn. 210-213 e 1037-1042 e pp. lxix-lxxii; E. Monaci, Il Canzoniere Portoghese della Vaticana messo a stampa, Halle 1875, nn. 210-213 e 1037-1042 e Appendice I, nn. 608-611 e 1428-1432; J. Ruggeri, Le varianti del Canzoniere portoghese Colocci-Brancuti nelle parti comuni al Codice Vaticano 4803, in Archivum Romanicum, XI, 459. La migliore edizione del Nobiliario, in Portugalliae Monumenta Historica, Scriptores, I, 230.