barca
. La parola è attestata soltanto nella Commedia, sempre in rima (cinque volte con ‛ carca '). Fatta eccezione per If VIII 25 (Lo duca mio discese ne la barca), ha sempre uso figurato. In Pd XI 119 la barca / di Pietro indica la Chiesa, con riferimento al mestiere di s. Pietro prima del suo apostolato, metafora che richiama quella di Pg XXXII 129 O navicella mia, com' mal se' carca! In Pg XII 6 qui è buono con l'ali e coi remi, / quantunque può, ciascun pinger sua barca, l'esortazione a valersi di ogni mezzo utile per affrettare l'espiazione intrapresa, oltre a riecheggiare la locuzione latina " velis remisque contendere ", ricalca da vicino il verso di Ovidio (Her. XIII 101) " remoque move, veloque carinam ".
Nei due esempi di Pd VIII 80 e XVI 96 il traslato sta a indicare rispettivamente il regno angioino e la città di Firenze, entrambi sull'orlo della rovina, l'uno a causa delle eccessive tasse che gravano in modo insostenibile i cittadini, l'altra per la faziosità dei Fiorentini. (Questo passo viene interpretato diversamente dal Buti, il quale pensa che D. alluda ai Bardi, non ai Cerchi, come invece intende la maggior parte dei commentatori, e che la nova fellonia di tanto peso / che tosto fia iattura de la barca, sia la " malizia e falsità " che " fi' perditura e danno... de la schiatta loro "). In Pd II 1 O voi che siete in piccioletta barca, la metafora è riferita alla scarsità di nozioni culturali di alcuni lettori; in Pd XXIII 67 non è pareggio da picciola barca, " traversata adatta a piccola imbarcazione ", con allusione all'esiguità dei mezzi di cui il poeta stesso può disporre in rapporto alle difficoltà che presenta la materia che sta trattando.
Per altri nomi di imbarcazioni vedi LEGNO; NAVE; NAVIGIO; VASCELLO e VASELLO.