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DELAVRANCEA, Barbu

Enciclopedia Italiana (1931)
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DELAVRANCEA, Barbu


Scrittore e uomo politico, nato a Bucarest nel 1858, morto a IaŞi nel 1918. Le sue prime novelle, Sultănica, Trubadurul, LiniŞte (Calma), Fanta Cella, Odinioară (Un tempo), hanno un pronunziato colorito romantico. Altre invece rivelano un crudo realismo, come Milogul (Il pezzente) e Zobie, Paraziţii, in cui spesso con accenti satirici sono ritratti gli aspetti più tristi della vita. L'ultimo dei suoi volumi di novelle, Intre vis Şi viaţa (Tra il sogno e la vita), rappresenta un felice equilibrio tra le tendenze romantica e realistica.

Il D. seguì in politica il partito conservatore, e fu ministro dei Lavori pubblici nel governo del 1910-1911. Allo scoppio della guerra europea fu un convinto interventista; prese parte al governo della difesa nazionale del 1917-18. Grande ammiratore dell'Italia e della sua letteratura, il D. s'ispirò qua e là al teatro del D'Annunzio e fu caldo ammiratore del Carducci.

Oltre alle varie raccolte di novelle, il D. scrisse per il teatro: Apus de soare (Tramonto, 1909); Luceafărul (Le stelle della mattina, 1910); Viforul (Il turbine, 1910), tutti drammi storici; Irinel (1911); Hagi Tudose), commedie.

Bibl.: O. DensuŞianu, B. D. (Discorso di ricevimento all'Accademia Romena), Bucarest 1919.

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