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BARBO, Pantaleone, il Giovane

di Silvano Borsari - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 6 (1964)
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BARBO, Pantaleone, il Giovane

Silvano Borsari

Figlio di Francesco, iniziò l'attività politica verso la metà del sec. XIV, quando fu inviato nel 1353 ambasciatore della Repubblica veneta, insieme con Marco Venier, a Bernabò e Galeazzo Visconti. Dopo aver ricoperto cariche pubbliche, ed essere stato incaricato di ambascerie sempre più importanti - tra l'altro nel 1360 fu inviato ambasciatore al re di Cipro Pietro I, da cui ottenne il rinnovo del trattato venetocipriota del 1328 e la concessione di nuovi inprivilegi per Venezia; nel 1365 fu inviato come provveditore a Creta per sedarvi alcuni tumulti -, assunse una posizione di rilievo negli anni 1371-72, in occasione della guerra veneto-padovana. Fautore accanito della guerra ad oltranza, nel marzo 1372 fu inviato a Verona per ottenere da Cansignorio della Scala il permesso di assoldare uomini contro Padova. Quando nell'aprile di quell'anno si giunse a un primo trattato di pace, il B. fu uno dei cinque commissari veneziani eletti per la determinazione dei confini tra i due territori. In realtà i contrasti si mantenevano vivi, per cui nel giugno il signore di Padova, Francesco da Carrara, inviò a Venezia dei sicari per uccidere i suoi più accaniti avversari, tra cui il Barbo. Fallito l'attentato, il 26 luglio il B. fu inviato, con Giacomo Moro, presso Luigi di Ungheria, per sostenere le ragioni di Venezia contro il Carrarese; ma quando Luigi si dichiarò in favore di quest'ultimo, fu rimandato in patria.

Anche durante la guerra di Chioggia la sua opera fu preziosa. Inviato in un primo momento a Creta come provveditore, per farvi armare sei galee, fu successivamente provveditore della flotta comandata da Vettor Pisani, che sconfisse i Genovesi nel maggio 1378 presso Anzio. Nelle sfortunate vicende della guerra, egli contribuì a sostenerne le spese con lire 6.000 e prestò la sua opera sia come uomo d'armi nella difesa di Treviso, sia come diplomatico nelle trattative col duca Leopoldo d'Austria. Stipulata la pace a Torino, alla fine del 1381 fu inviato ambasciatore presso l'imperatore di Costantinopoli Giovanni V, per sistemare i rapporti veneto-bizantini; contemporaneamente doveva svolgere trattative con l'imperatore di Trebisonda e il sultano ottomano Muràd, e controllare i negoziati in corso con il signore di Soldaia, in Crimea. Si trattava praticamente di riorganizzare le posizioni diplomatiche veneziane in Oriente. Più delicato era l'altro incarico affidatogli, provvedere cioè alla consegna di Tenedo al rappresentante dei conte di Savoia: per giungere a ciò si dové vincere l'opposizione del bailo e capitano veneziano dell'isola, Zanachi Muazzo, che si rifiutava di abbandonarla.

La posizione del B. in questi avvenimenti non è molto chiara. Il 6 maggio 1383 egli fu condannato a non poter ricoprire, per dieci anni, alcuna carica pubblica, per aver consigliato il Muazzo a non abbandonare Tenedo. Forse la signoria veneziana cercò in questo modo di far ricadere esclusivamente sul B. la responsabilità della decisione; ma è forse più probabile che il B. abbia effettivamente consigliato il Muazzo a resistere, prevedendo quello che sarebbe accaduto, cioè l'occupazione turca dell'isola.

Ad ogni modo, nel 1385, la condanna inflittagli fu revocata, ed egli riprese la propria attività, assolvendo, anche in quest'ultimo periodo della sua vita, funzioni importantissime. Nel 1387 fu ambasciatore in Ungheria, per eliminare i contrasti tra i baroni e il re Sigismondo, che il 31 marzo lo creò cavaliere; nel 1392 fu inviato nuovamente ambasciatore a Costantinopoli presso l'imperatore Manuele II e nominato duca di Candia, carica che ricapri sino al 1395.

Fece testamento il 13 febbr. 1398, e probabilmente morì poco dopo.

Fonti e Bibl.: Venezia, Bibl. Marciana, Andrea Corner, Historia di Candia, ms. Marciano ital. cl. VI, n. 286, 11, f. 22 v; Andreas de Redusiis de Quero, Chronicon Tarvisinum, in L. A. Muratorì, Rer. Italic. Script., XIX, Mediolani 1731, coll.1. 746, 758; M. Sanuto, Vitae Ducum Venetorum, ibid., XXII, Mediolani 1733, Coll. 663, 671, 680, 744, 757, 768; I libri commemoriali della Repubblica di Venezia. Regesti, a cura di R. Predelli, III, Venezia 1883, 1. VII, nn. 448, 631; I. VIII, nn. 120, 121, 123, 169, 207, 208, 257, 406; Raphayni de Caresinis, Chronica, in Rer. Italie. Script., 2 ediz., XII, 2, a cura di E. Pastorero, pp. 20, 23, 58, 67-68; G. e B. Gatari, Cronaca Carrarese, ibid., 2 ediz., XVII, 1, a cura di A. Medin e G. Tolomei, pp. 44, 47 s., 52, 62, 66, 99, 204, 211; F. Thiriet, Régestes des délibérations du Sénat de Venise concernants la Romanie, I, Paris-Le Haye 1958, nn. 603, 606-609, 611, 619, 808, 809, 820; E. A. Cicogna, Delle Inscrizioni Veneziane, VI, Venezia 1853, pp. 94-99; V. Lazzarini, Storie vecchie e nuove intorno a Francesco il Vecchio da Carrara, in Nuovo arch. veneto, X (1895), pp. 336-342; G. Heyd, Storia del commercio del Levante nel medio evo, Torino 1913, pp. 539, sgi; F. Thiriet, Venise et l'occupation de Ténédos au XIV siècle,in Mélanges d'archéol. et dhist., LXV (1953), pp. 230 s., 239.

Vedi anche
Repubblica di Genova Libero comune che si affermò come potenza navale e commerciale a partire dalla fine dell'11° secolo. la rivalità con pisa e venezia La Genova, Repubblica di di Genova, Repubblica di si trovò presto a contendere l'egemonia sul mare a Pisa e Venezia. Il duello con Pisa, incentrato sul controllo della Sardegna, ... Francésco I di Valois re di Francia Francésco I (fr. François) di Valois re di Francia. - Figlio (Cognac 1494 - Rambouillet 1547) di Carlo conte d'Angoulême, ebbe, ancora bambino, in appannaggio il ducato di Valois; nel 1514 sposò Claudia, figlia del re di Francia, promessagli fin dal 1506, e il 1º genn. 1515 successe sul trono di Francia ... duca Titolo nobiliare che, nella gerarchia araldica, segue quello di principe. In età tardoromana il termine (lat. dux) individuava il detentore del potere militare in una o due province, ma dal Medioevo in poi passò a indicare colui che deteneva poteri militari e civili, con titolo e carica ereditari, in ... Costantinopoli (gr. Κωνσταντινούπολις) Città fondata dall’imperatore Costantino sul luogo dell’antica Bisanzio nel 330. Capitale dell’Impero bizantino fino al 1453 quando fu conquistata dai Turchi; da allora prevalse il nome İstanbul (➔). religione Editto di C. Emanato da Teodosio I l’8 novembre 392, mirava alla ...
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barbo¹
barbo1 barbo1 (o bàrbio) s. m. [lat. tardo barbus, barbŭlus]. – Nome dato a più specie di pesci d’acqua dolce del genere Barbus, famiglia ciprinidi, che presentano generalmente un paio di barbigli; in Italia vivono due specie, il b. comune...
barbo²
barbo2 barbo2 s. m. [der. di barba1]. – Razza di colombi brevirostri, detti pure piccioni dagli occhiali, con rosse caruncole palpebrali sviluppatissime.
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