BARBIANO di Belgioioso, Pierfrancesco
Nacque il 29 giugno 1489 da Carlo e da Caterina Visconti. Dal padre il B. fu avviato al mestiere delle armi, alla scuola di Gian Giacomo Trivulzio. Nell'esercito francese il B. partecipò alle varie campagne d'Italia, agli ordini, di volta in volta, dello stesso Trivulzio, di Gastone di Foix, del connestabile di Borbone, di Federico di Bozzolo e del Lautrec. Fu presente ai principali fatti d'arme, dalla battaglia di Agnadello (14 maggio 1509) contro i Veneziani, alla battaglia di Marignano (13-14 sett. 1515) contro gli Svizzeri di Massimiliano Sforza, agli assedi di Brescia e di Verona, nei due anni successivi, alla battaglia della Bicocca (27 apr. 1522) contro gli Spagnoli di Prospero Colonna: senza tuttavia emergere mai decisamente, sebbene l'importanza della sua famiglia lo ponesse tra i principali capitani italiani al servizio dei Francesi, oscurato forse anche dalla maggior fama e dalle maggiori ambizioni del fratello Ludovico.
Dopo la sconfitta della Bicocca il B. riparò in Francia con il Lautrec, partecipando poi alla vittoriosa campagna di Provenza del 1524 contro il connestabile di Borbone e il marchese di Pescara e quindi a quella di Lombardia, che si concluse a Pavia con un disastro per le armi francesi il 25 febbr. 1525- Qui il B. fu preso prigioniero dagli Spagnoli; liberato ben presto si rifugiò nel feudo familiare di Belgioioso, ostentando di disinteressarsi della contesa franco-imperiale: in realtà nelle trattative con il duca di Milano ed il connestabile di Borbone, nelle quali il fratello Ludovico concordò il proprio passaggio al servizio spagnolo, anche il B. ebbe la sua parte, pur se per tutto il 1526 si limitò a fiancheggiare gli Spagnoli mantenendo da Belgioioso intelligenze in Piacenza occupata dai Francesi, anche per mezzo della madre che risiedeva in quella città.
Passato poi esplicitamente, nel 1527, nel campo imperiale, fu nominato capitano e poi colonnello della fanteria italiana, mentre Francesco II Sforza, con diploma del 10 dicembre di quell'anno, gli restituiva i beni in un primo tempo confiscatigli nella sua qualità di fuoruscito ed attribuiti al capitano imperiale Vespasiano Colonna.
Riferisce il Sanuto, alla data del 10 giugno 1527, che "el conte Petro Belzoioso ha fatto intendere ad alcuni de questi gelphi de Piasenza, che il Papa è reso a lo Imperatore, et che dopo molte altre cose gli dà Parma et Piacenza della quale sarà governatore suo fratello, et se gli oferiva per bon mezo quando volessero rezercare alcuna cosa per beneficio de la città, et zercava de impedire el cavare el denaro" (Diarii, XLV, col. 276): notizia che sembra da collegare alle oscure e inani manovre che in questo periodo Ludovico di Belgioioso andava operando per assicurarsi nelle recenti conquiste imperiali della regione padana una signoria personale e che conferma il ruolo politico subalterno sempre esercitato dal B. nei riguardi del fratello maggiore.
Nel novembre del 1529 il B. era a Bologna, al seguito di Carlo V, e partecipava alle cerimonie celebrative dell'incontro tra l'imperatore ed il pontefice. Ancora con Carlo V il B. partecipò all'impresa di Tunisi - nel 1535, distinguendosi alla conquista della Goletta.
Rimasto, dopo la morte dei fratelli Alberico e Ludovico, unico esponente della sua famiglia, fu nominato membro del Consiglio generale della città di Milano da Francesco II (gennaio 1535) e confermato dal de Leyva, dopo la morte del duca, tra i sessanta decurioni (dicembre 1535). Il 25 febbi. 1536 fu nominato da Carlo V governatore e castellano di Cremona, e poco dopo (5 giugno 1536) fu inviato a combattere contro Guido Rangoni, generale al servizio di Francesco I. Il 30 giugno 1538 fu nominato governatore di Lodi e qui rimase per più di due anni, tra l'altro difendendo energicamente la città dagli attacchi di Piero Strozzi e dei fuorusciti milanesi di parte francese (1544).
Il duca Francesco II Sforza per compensarlo dei suoi servizi gli aveva assegnato una pensione di 800 ducati d'oro sul dazio della mercanzia (pensione pagata ai Belgioioso sino al 1668); Carlo V gli concesse una pensione di 600 scudi sulle entrate del Regno di Sicilia, trasportata poi, con diploma dato in Genova il 6 sett. 1541, sulle entrate dello Stato di Milano. Si deve in gran parte al B. il consolidamento delle fortune e dei privilegi della sua casa: oltre al riconoscimento del feudo e dei vicariato di Belgioioso e dei territori annessi avuto nel 1527 dal duca di Milano, ottenne la conferma dei feudi romagnoli di Lugo, Cunio e luoghi annessi da Clemente VII (24 genn. 1528) e da Carlo V (2 genn. 1530); quest'ultimo poi, con diploma del 2 genn. 1546, gli concesse altri privilegi per i beni di Belgioioso, come quello di tenervi un mercato settimanale e di potervi esercitare altri diritti oltre a quelli connessi al vicariato.
Il B. sposò la contessa Paola Torelli, figlia di Francesco, signore di Montechiarugolo, dalla quale ebbe cinque figli; aveva avuto anche un figlio naturale. Testò in data 16 ag. 1546 e morì il 27 di quello stesso mese, pare in conseguenza di alcune ferite riportate in guerra.
Fonti e Bibl.: Milano, Bibl. Trivulziana, Archivio Belgioioso,cart. 113, Memorie genealogìche et storiche de' Conti di Cunio, Lugo e Belgioioso raccolte da... C. G. Vecchi, ff.176 ss.; M. Sanuto, Diarii, XXXI,Venezia 1891, COI. 32; =V, ibid. 1892, COI. 157; XXXVIII, ibid. 1893, coli. 42, 87; XLII, ibid. 1895, C011. 447, 460; XLIII, ibid. 1895, col. 761; XLV, ibid. 1896, COI. 276; J. De Sitonis de Scotia, Theatrum equestris nobilitatis,Mediolani 1706, D. 120; Famiglie notabili milanesi, I, Mìlano 1875, tav. III; A. Manno, Il patriziato subalpino, II, Firenze 1906, p. 181; C. Argegni, Condottieri, capitani, tribuni,Milano 1936, pp. 69 s.