BARBIANO di Belgioioso, Giovanni
Figlio del conte Carlo e di Francesca Malombra, nacque il 28 maggio 1638. La sua vita, come avveniva in genere dei nobili cadetti milanesi nel Seicento, si svolse fuori d'Italia, tra le corti e le armi. Appena undicenne, entrò a far parte della corte di Ferdinando d'Asburgo, che lo prese con sé in occasione di un suo viaggio a Milano per accompagnare la sorella Marianna, la quale era stata destinata sposa a Filippo IV di Spagna. Arruolatosi nell'esercito imperiale, combatté in Italia nelle guerre tra Francesi e Spagnoli conclusesi con la pace dei Pirenei: nel 1656 si distinse combattendo presso Valenza e in seguito a ciò il conte di Echenfurt gli affidò il comando di una compagnia del suo reggimento (1658); nel 1659, poi, il B. fu nominato maggiore nel reggimento Lochenstein.
Nel 1661 il B. partecipò alla campagna contro il Portogallo che difendeva la riconquistata indipendenza dalla corona spagnola. Vi si distinse in varie occasioni e il comandante don Giovanni d'Austria lo nominò maestro di campo del "terzo" più vecchio degli Italiani; più tardi divenne colonnello proprietario del medesimo reggimento. Nel 1663, assediato con il suo reggimento in Evora e ferito gravemente al collo durante un tentativo di rompere l'accerchiamento portoghese, fu fatto prigioniero; liberato l'anno seguente e guarito dalla ferita, ritornò a combattere, partecipando all'assedio di Villaviciosa (1665) e ad altri fatti d'arme, segnalandosi per le sue qualità, tanto che ebbe il comando della fanteria italiana.
Terminata la guerra ebbe da Carlo II la commenda dell'Ordine di Santiago (1667); l'anno successivo fu inviato con un contingente militare in Fiandra per rinforzare i presidi spagnoli al confine con la Francia, sfuggendo, poco dopo la partenza da Cadice, all'improvviso assalto di una flottiglia di navi barbaresche.
Nelle Fiandre ebbe il comando di varie piazze e dal 1671 al 1673 fu vice governatore della provincia di Saint-Omer. Nel 1675 chiese di essere dispensato dal servizio, adducendo il riacutizzarsi di una febbre maligna contratta in Spagna; in realtà il suo ritorno in patria fu determinato da motivi familiari e dalla necessità di assicurare discendenza alla famiglia, dato che, dei suoi tre fratelli, Lodovico era ecclesiastico, Paolo era stato assassinato misteriosamente alla vigilia delle nozze e Alberico, il primogenito, non aveva che figlie femmine: furono proprio le reiterate insistenze di quest'ultimo a farlo decidere a ritornare.
Nel 1682 sposò infatti la marchesa Beatrice Pallavicini di Creinona, dalla quale ebbe una figlia, e dopo la morte di lei, sposò nel 1685 la contessa Isabella di Wolkenstein, sorella del vescovo di Trento, dalla quale ebbe finalmente numerosi figli maschi.
A Milano il B. prese parte attiva alla vita cittadina, come gli era imposto dal nuovo ruolo di capo famiglia: nel 1681 fu dei Dodici di provvisione e nel 1684,, con diploma del 22 marzo del governatore di Milano conte di Melgar, fu nominato soprintendente alla milizia urbana. Nel 1680 rifiutò la carica di governatore di Mantova, che gli era stata offerta.
A Milano promosse anche con grande zelo istituzioni caritative ed opere assistenziali: nel 1679 fu nominato deputato del Pio Luogo della Misericordia e, poco dopo, deputato dell'Ospedale maggiore; nel 1698 fu fatto priore del Monte di Pietà.
Morì a Milano il 20 dic. 1715.
Fonti e Bibl.: Milano, Bibl. Trivulziana, Archivio Belgioioso, cart. 113, Memorie genealogiche et storiche de' Conti di Cunio, Lugo e Belgioioso raccolte da... C. Giuseppe Vecchi, ff. 275-291; cart. 118, fasc. 3; J. De Sitonis de Scotia, Theatrum eauestris nobilitatis, Mediolani 1706, p. 224; Famiglie notabili milanesì, I, Milano 1875, tav. IV; F. Calvi, Il Codice del Pio Luogo della Misericordia in Milano, in Arch. stor. lombardo, XIX (1892), p. 763; A. Valori, Condottieri e generali del Seicento, Roma 1934, p. 28; Encicl. Ital., VI, 144.