BARBIANO di Belgioioso, Alberico
Nato a Milano il 20 ott. 1725, primogenito di Antonio, principe del Sacro Romano Impero e di Belgioioso, nel 1757 per il suo matrimonio con Anna Rìcciarda d'Este ebbe anche il titolo di marchese d'Este. Nel 1753 fu eletto decurione di Milano. Come aiutante in campo del principe di Soubise partecipò alla guerra dei Sette Anni e si distinse nella battaglia di Rossbach (5 nov. 1757). Inviato a Parigi con dispacci milìtari, vi rimase per tutto l'inverno 17571758, frequentando gli ambienti aristocratici e mondani. Rientrato a Milano, fu tra i patrizi più in vista presso la corte austriaca. Divenne capo della casa militare dell'arciduca Ferdinando, governatore del ducato di Milano e comandante degli alabardìeri svizzeri. Gli furono spesso affidati incarichi di rappresentanza: nel 1773 fu maggiordomo maggiore dei duchi di Cumberland, durante il loro soggiorno a Milano; nel 1776 andò a Torino per invitare il duca di Chablais alle nozze imperiali e scortarlo durante il tragitto nel territorio milanese. Fu nominato cavaliere del Toson d'oro nel 1790. All'arrivo dei Francesi, nel 1796, fu arrestato il 24 maggio; ma, presto rilasciato, si ritirò nel castello di Belgioioso, vicino a Pavia. Ai comizi di Lione fu prescelto come membro del collegio elettorale dei possidenti. Difficile precisare il suo atteggiamento verso il governo napoleonico: nel 1806 ebbe l'Ordine della Corona di ferro; nel 1808 Eugenio di Beauharnais lo proponeva come candidato al Senato del Regno italico; ma egli rimase estraneo ai successivi avvenimenti politici.
Uomo colto, amante delle lettere e delle arti, aveva raccolto nella sua biblioteca, a Belgioioso, preziosi manoscritti, antiche pergamene e stampe (ora conservate nella Trivulziana). Presso di lui soggiornò il Foscolo nel 1812 e nell'anno successivo; il poeta fu presente alla sua morte avvenuta nel castello di Belgioioso il 27 ag. 1813.
Il B. fu dai contemporanei creduto, a torto, il prototipo dei Giovin Signore pariniano; si disse anche che il Parini tardasse a pubblicare il Giorno perché ammonito da lui, riconosciutosi nel protagonista. La sua attività militare, il carteggio col fratello Ludovico (1765-1789) a cui, con acuto spirito di osservazione e un certo piacevole umorismo, descrive la vita dell'alta società milanese, tolgono credito alla diceria. Ma già gli studi del Carducci avevano escluso ogni identificazione col personaggio pariniano, segnalando, tuttavia, il principe di Belgioioso come rappresentante "nel meglio o nel meno male la società del Giorno".
Fonti e Bibl.: U. Foscolo, Epistolario,a cura di P. Carli, III, Firenze 1953, pp. 534 n. 1, 550, 551 n. 1, 571 n., 586; Famiglie notabili milanesi, I, Milano 1875, tav. V; P. Ghìnzoni, Ugo Foscolo e il principe Alberico Barbiano di Belgioioso,in Riv. minima di scienze lettere e arti, X (1880), pp. 288-304, 350-357; A. Giulini, Milano ne, primi anni dell'Ottocento dalle lettere di un parroco urbano,in Arch. stor. lombardo,LII (1925), pp. 159-179 (1 "foglietti"informativi, sugli avvenimenti quotidiani milanesi, inviati dal parroco Rosnati, sono diretti al "cittadino Alberico Guidi", nome fittizio del Barbiano. Le lettere dal 1801 al 1805 sono conservate nella Trivulziana; altre, dal 1807 al 1812, nell'archivio Belgioioso); Id., Dal carteggio inedito di un gentiluomo milanese,in A Milano nel Settecento,Milano 1926, pp. 11-29; G. Carducci, Studi su G. Parini, in Opere,ediz. naz., XVII, pp. 178 s.; A. Rillosi, U. Foscolo nel castello di Belgioioso,in Studi su U. Foscolo, Torino 1977, pp. 333-342; A. Giulini, Il preteso "Giovin Signore",in Curiosità di storia milanese, Milano 1933, pp. 127-138; E. Veggetti, Note inedite di E. Beauharnais sui candidati al Senato del Regno Italico, in Rass. storica del Risorgimento, XX (1933), p. 125; I Comizi nazionali in Lione per la Costituzione della Repubblica Italiana, a cura di U. Da Como, Bologna 1935, II, p. 241.