BARBIANI
. Famiglia ravennate alla quale appartenne un serie di pittori che vanno dal sec. XVI al XIX. Giovanni (1566-1641), manierista un po' sul fare di Luca Longhi, con qualche influsso carraccesco, dipinse fra l'altro la pala dell'altare di Santa Monica nella chiesa di Santa Maria in Porto a Ravenna, e S. Antonio abate in San Giovanni Battista. Giambattista (3 novembre 1593-26 agosto 1650), figlio del precedente. Pier Damiano 1675-1752), pronipote di Giambattista, padre di Andrea e Domenico dipinse e restaurò quadri per le abbazie di San Vitale e di Classe e completò in pittura tratti mancanti dei mosaici ravennati. Andrea (21 luglio 1708-14 dicembre 1779). Fu assai fecondo, anche come ritrattista; pur traendo ecletticamente dai Bolognesi, riuscì a farsi una pittura propria, larga e disinvolta, talora un po' scorretta nel disegno, ma sempre di bell'effetto. Dipinse moltissime tele per le chiese di Ravenna, e frescò la cupola della cappella del Crocifisso in San Domenico. Lavorò anche in altre città di Romagna. Il suo miglior quadro è il San Luigi Gonzaga dipinto per la chiesa ora del Suffragio a Rimini; la sua opera più vasta, sono le pitture della cappella di San Nevolone nel Duomo di Faenza (1764-1765). Domenico (13 marzo 1714-3 febbraio 1777), fratello di Andrea, col quale è confuso nell'attribuzione di alcune opere, architetto e decoratore, lavorò molto per le chiese di Ravenna, dove fece tra l'altro la cappella del Crocifisso in San Domenico, ricostruì e dipinse la chiesetta di San Carlino e rinnovò la cappella della B. V. del Sudore nel Duomo. È anche autore del palazzo Guiccioli-Baronio in Ravenna e della chiesa benedettina di San Giovanni in Marignano. A Faenza collaborò col fratello nella decorazione della cappella di San Nevolone e ornò il postergale dell'oratorio della confraternita di San Pietro in Vincoli. Come ornatista usò un tipo di decorazione a chiaroscuro imitata direttamente da quella del guercinesco padre Cesare Pronti da Cattolica, del quale egli può dirsi un prosecutore. Luigi (1771-1831), figlio di Domenico, fu maestro di figura nelle pubbliche scuole di Ravenna e ritrattista. Giovanni (1795-1847), figlio di Luigi, pittore e patriota, scolaro del Benvenuti, dipinse per il palazzo Rasponi-Murat di Ravenna il Trionfo di Bacco.
Bibl.: Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, II, Lipsia 1908 (con la bibl. precedente); O. Montenovesi, Biblioteche monastiche di Ravenna e di Roma, in Riv. stor. bened., 1925, pp. 273-284; L. Faenzi, L'oratorio di S. Pietro in Vinculis e l'opera di Dom. B., in Omaggio, ecc., Faenza 1928.