BARBASTRO
. Città della Spagna settentrionale (ab. 8191 nel 1920), capoluogo di partido Judicial nella provincia di Huesca, posta a 332 m. s. m., sulle ultime propaggini meridionali dei Pirenei. È divisa in due parti dal torrente Vero e ha vie in gran parte strette e in pendenza.
Tra gli edifici, sono degni di menzione il palazzo episcopale, il seminario, le scuole pie, il convento delle monache della Carità, e, soprattutto, la bella cattedrale, costruita quasi per intero nel sec. XVI. In questa, è specialmente notevole la decorazione architettonica dell'altare maggiore, alla quale sembra aver lavorato lo scultore Diego Forment.
I dintorni di Barbastro sono fertili e producono cereali, vino, olio, frutta e ortaggi. Vi è qualche piccola industria (fabbriche di saponi, di acquavite, ecc.). Un tronco ferroviario collega questo centro con la linea Saragozza Barcellona, e varie carrozzabili lo uniscono con i centri vicini.
Barbastro è l'antica Bergideum, poi chiamata Burtina; la forma odierma del nome è dovuta agli Arabi. Nel 166 a. C. si sollevò contro Roma, e fu incendiata e in gran parte distrutta. Uguale sorte dovette subire nel 1366, nel quale anno fu occupata dai Francesi. Un leggendario assedio di Barbastro, di cui è protagonista Bovo, fratello di Guglielmo d'Orange, è cantato da un poema in francese antico, Le Siège de Barbastre, rielaborato più tardi da Adenet le Roi nel suo Bueve de Commarchis (sec. XIII).