BAONE
. Piccolo centro agricolo della provincia di Padova, nei Colli Euganei, a NE. di Este, da cui dista km. 3,5. È posto a 15 m. sul mare, in una regione assai fertile per gli ottimi terreni a fondo vulcanico e a mantello alluvionale. Il comune ha una superficie di kmq. 24,44, in parte coltivati a cereali, in parte a vigneti e oliveti. Nella parte più alta (il comune comprende tutto il monte Cero, m. 415) sono frequenti il bosco e il pascolo. Gli abitanti del comune erano 2791 nel 1871; 2946 nel 1881, 3252 nel 1901, 3788 nel 1911, 3986 nel 1921. Quasi tutti vivono in case sparse, a contatto dei campi. Baone ha solo 217 abitanti e i villaggi di Valle San Giorgio e Calaone rispettivamente 129 e 281 ab. Quest'ultimo (anticamente Helicaonia) è a 127 m. sul mare, alle falde del Monte Cero, in posizione pittoresca. Presso Baone vi sono alcune sorgenti salsoiodiche, che vengono sfruttate a scopo curativo.
I conti da Baone. - Uscita dal grembo della famiglia comitale padovana ed assurta a fortuna traendo profitto dallo sgretolamento dell'autorità dei conti, la famiglia dei da Baone ha un breve ciclo di splendore politico nell'epoca di transizione fra il tramonto del governo dei conti e il predominio del libero comune, e nei primordî di questo.
Per la sua origine feudale conserva l'esercizio dei poteri comitali su Pernumia e Conselve, ma ripete il nome dalla più recente investitura, alla fine del sec. XI, del castello di Baone, feudo dei marchesi d'Este, che divenne il teatro delle loro gesta, e luogo di sicuro rifugio nello scatenarsi delle lotte sanguinose provocate dalle nuove stirpi comitali ripullulate nel contado. Tra Estensi e Carraresi, tra la vecchia e la nuova aristocrazia rurale, li ritroviamo nel corso del sec. XII parteggiare or con gli uni or con gli altri, soprattutto per difendere gli aviti possessi, che di generazione in generazione si disperdono per il ripetersi dei frazionamenti famigliari. Buona parte dei dominî del Conselvano e di Pernumia trapassano così nella famiglia dei da Carrara, offrendo a questa l'alimento primo della sua futura grandezza. La famiglia da Baone invece s'inurba in Padova e, come vassalla anche del vescovo, è con Ugolino alla testa del primo nucleo comunale cittadino. Ma anche in città la fortuna è breve: il primitivo ceto dirigente, a capo del quale stanno i da Baone, con Alberto III, agisce nell'orbita dell'Impero: poi, quando nuovi elementi cittadini hanno la prevalenza, sdegnoso si ritrae, per mettersi contro il comune democratizzato aiutando le rivendicazioni imperiali. Il tramonto della fortuna imperiale suggella la fine dei da Baone, mentre fa capolino in città la fortuna della famiglia Carrarese.
Bibl.: L. A. Muratori, Antichità estensi, I, cap. xxxviii; Gloria, Codice diplomatico padovano, I e II, introduzione; Zorzi, Il territorio padovano nel periodo di trapasso da comitato a comune, in Miscell. della R. Deputaz. Veneta di St. patr., s. 4ª, III, p. 102 segg.; R. Cessi, La signoria comitale dei Carraresi, in Boll. Museo Civico di Padova, 1924.