BANDAR-‛ABBĀS (A. T., 92)
Porto sul Golfo Persico, sulla sponda settentrionale dello stretto di Hormūz (posizione: 27°12′ N.; 56°15′ E.), occupa il luogo di un più antico approdo, Gambrun, dove i Portoghesi s'erano stabiliti fino dal 1612; dopo la distruzione di Hormūz (1622), lo scià ‛Abbās volle che lì sorgesse il massimo emporio marittimo della Persia, che avrebbe dovuto eternare il suo nome. L'ottima posizione del luogo rispetto ai traffici orientali, l'attrezzatura del porto, sufficiente al tonnellaggio d'un tempo, e le provvidenze statali fecero sì che Bandar-‛Abbās si sviluppasse rapidamente nel corso del sec. XVII e nel successivo, quando il centro politico del paese era stato spostato verso S., ad Isfahān; ma queste condizioni di cose cambiarono quando le navi di maggior stazza furono costrette, come oggi avviene, ad ancorare un paio di km. al largo, quasi senza alcun riparo dai venti. Nel secolo scorso e ai nostri giorni il traffico di Bandar-‛Abbās non è aumentato in proporzione di quello degli altri porti del Golfo Persico, e il suo retroterra si è venuto riducendo in sostanza alle provincie persiane del Lāristān, di Yezd e del Kirmān. Da quest'ultima si esportano tappeti di cotone e articoli di lana, frutta e tabacco; da Yezd sete e tappeti. L'importazione consta per la quasi totalità di manufatti. Il valore annuo del traffico si può calcolare all'incirca intorno ai 45-50 milioni delle nostre lire. La città conta poco più di 10 mila ab.; è circondata da doppio ordine di mura, ma ha edifici di aspetto assai dimesso. Il porto è del tutto insufficiente ai bisogni del traffico odierno, e nulla è stato fatto per difenderlo dal naturale cambiamento della linea di spiaggia.