BALDOVINO
Probabilmente di origine normanna, come dimostrerebbe il suo nome, sarebbe stato fatto vescovo di Melfi anteriormente al 1050, se è vera la notizia, riferita dall'Araneo (pp. 109 s., ove, nella citazione dell'iscrizione commemorativa deve leggersi ML e non MXL: cfr. p. 141), del ritrovamento di alcune reliquie di santi da lui traslate appunto in quell'anno. Assai più tarde sono comunque le prime notizie sicure che si hanno di lui. Nel 1059, infatti, era presente alla consacrazione della chiesa di S. Michele "in vultu", e, con tutta probabilità, partecipò, nel luglio, al concilio tenuto da Niccolò II nella sede della sua diocesi, che sanzionò la nuova alleanza tra Roma e i Normanni. Nel 1063, insieme con Stefano vescovo di Troia, fu presente a una concessione fatta da Roberto il Guiscardo al monastero della SS.ma Trinità di Venosa. Il 10 ag. 1067 era certamente fra i vescovi che si riunirono in Melfi intorno ad Alessandro II, in un sinodo nel corso del quale fu scomunicato Guglielmo conte del Principato.
Legato strettamente al duca di Puglia e in genere ai Normanni (Melfi era la capitale del ducato e il maggiore centro della Puglia normanna), B. dovette essere sospeso da Gregorio VII dalle sue funzioni forse nel marzo del 1074, quando il Guiscardo fu, con i suoi partigiani, scomunicato. Certo è che il 14 marzo 1076 il pontefice - allora desideroso di riconciliarsi con i Normanni - incaricava Arnaldo vescovo di Acerenza di riaprire con cautela le trattative con Ruggero conte e con lo stesso Roberto il Guiscardo, e, contemporaneamente, di restituire l'ufficio episcopale a B., a condizione però che questi facesse penitenza "de aliquibus excessibus" a suo tempo commessi; a favore del vescovo di Melfi, come afferma lo stesso Gregorio VII nel corso della sua lettera, aveva intercesso Stefano vescovo di Troia, altro presule apertamente filonormanno. Comunque B. doveva aver esercitato ugualmente, durante il periodo della condanna pontificia, i suoi poteri episcopali: infatti il 19 febbr. 1076 Roberto il Guiscardo concedeva alla Chiesa di Melfi, su richiesta e in persona di B., l'abbazia di S. Giovanni "de Iliceto" sita nei pressi di Melfi. Nel dicembre del 1079 (e non del 1080, come data erroneamente il Fortunato, p. 353) B. era presente a una donazione effettuata a favore del monastero di S. Michele "in vultu" da Goffredo signore di Spinazzola. Questa è l'ultima notizia sicura che si abbia di lui: dieci anni dopo la diocesi melfitana risulta retta da un nuovo presule, Gualtiero.
Fonti e Bibl.: Gregorii VII registrum,a cura di E. Caspar, Berlin 1955, I. III, ep. 11, pp. 271 s.; F. Ughelli-N. Coleti, Italia sacra, I, Venetiis 1717, coll. 922-924; G. Araneo, Notizie storiche della città di Melfi,Firenze 1866, pp. 109 s. 141; G. Fortunato, La Badia di Monticchio: Trani 1904, p. 353; F. Carabellese, L'Apulia e il suo Comune nell'alto medioevo, Bari 1905, p. 242; F. Chalandon, Histoire de la domination normande en Italie et en Sicile,I, Paris 1907, pp. 243 s.; H. W. Klewitz, Zur Geschichte der Bistumsorganisation Campaniens und Apuliens,in Quellen und Forschungen, XXIV (1932-1933), p. 61; A. Mercati, Le pergamene di Melfi all'Archivio segreto Vaticano,in Miscellanea Giovanni Mercati, V, Città del Vaticano 1946, pp. 269-273; L. R. Ménager, Fondations monastiques de Robert Guiscard,in Quellen und Forschungen, XXXIX (1959), pp. 87 s.