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baldo

di Lucia Onder - Enciclopedia Dantesca (1970)
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baldo

Lucia Onder

. Nell'esortazione di Cacciaguida in Pd XV 67 la voce tua sicura, balda e lieta / suoni la volontà, suoni 'l disio, / a che la mia risposta è già decreta!, l'aggettivo b., riferito alla voce che " debbe essere ardita, cioè alta e non bassa " (Buti), sembra assommare in sé il valore degli aggettivi sicura e lieta che compaiono nello stesso verso: esprime infatti la fiduciosa franchezza e la lieta fierezza dell'animo di D., ormai saldo nella fede e cosciente del privilegio della sua condizione, che si manifesta anche nel contegno esteriore. Con significato affine sono usati baldezza (vedi) in Pd XVI 17 e XXXII 109, e baldanza (vedi) in If VIII 119.

Il termine s'incontra, sempre in rima con saldo, in due luoghi del Fiore, dove assume connotazioni leggermente diverse: indica la lieta sicurezza di Venere che col viso baldo (XVII 13) si trae verso Bellaccoglienza, dopo averla incitata all'amore, e l'ardita vivacità del cuore che ritorna baldo (CLIV 8), " ringalluzzisce " (Petronio), a ricordare le gioie d'amore di cui ha goduto un giorno.

Vocabolario
baldo
baldo agg. [dal germ. bald]. – Animoso, ardito, che ha e dimostra sicurezza di sé: audace e baldo Il fea de gli anni e de l’amore il caldo (T. Tasso); Tempra de’ baldi giovani Il confidente ingegno (Manzoni). ◆ Avv. baldaménte, con animosa...
baldézza
baldezza baldézza s. f. [der. di baldo]. – Sicurezza di sé, fiducia nelle proprie forze: Voi mi date a parlar tutta b. (Dante). Ha senso più positivo che baldanza.
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