BONAFARII, Baldo de'
Nato a Piombino Dese (Padova), nella seconda metà del sec. XIV, è ricordato per la prima volta nel 1381 quando studiava diritto nell'università patavina.
Passò al servizio di Francesco I da Carrara prima di completare gli studi giuridici. Nel 1387, infatti, venne inviato dal signore di Padova a Ugolotto Biancardo, capitano visconteo, per protestare della mancata consegna ai Carraresi della città di Vicenza, conquistata dal Biancardo. Quando, poi, l'anno seguente Padova passò sotto il dominio visconteo, il B. preferì abbandonare la città e seguire Francesco Novello in esilio. Nel 1389 fu inviato da questo, insieme con Pacino Donati, presso Stefano Frangipane, conte di Veglia e Segna, per chiedere il suo intervento a favore dei Carraresi contro il Visconti.
Rientrato Francesco Novello in Padova nel 1390, il B. venne nominato nello stesso anno referendario, carica che tenne fino alla caduta della signoria carrarese nel 1404. Sempre nel 1390 conseguì la licenza in utroque iure.
Il B. non ottenne mai il dottorato in legge: i numerosi documenti privati conservati nell'Archivio Notarile di Padova e citati dallo Zelante (p. 28 n. 1) lo dicono sempre licenziato in utroque. Né insegnò allo Studio patavino. Errano pertanto il Papadopoli, il Tomasini e il Colle, tra gli altri, che lo pongono tra i professori di quella università.
Nel 1392 Francesco Novello gli conferiva la cittadinanza patavina e l'anno dopo lo inviava a Gian Galeazzo Visconti per ottenere la restituzione della salma di Francesco I, morto a Monza. È probabile che lo stesso B. provvedesse alla traslazione della salma a Padova. Nel 1393 sposava Sibilia di Cetto, vedova di Bonaccorso Naseri di Montagnana. L'anno seguente riceveva da Francesco Novello l'incarico di registrare negli estimi padovani i beni di Basilio protonotario apostolico, e dei da Collalto, conti di Treviso. Nel 1402, infine, era nominato vicario in Carrara, Anguillara e Oriago.
Finita nel 1405 la signoria carrarese a Padova, il B. si ritirò a vita privata. Libero da impegni politici, si dedicò allora ad una più intensa vita religiosa, avvicinandosi in particolare ai fraficescani della città. Insieme con la moglie Sibilia progettò allora la fondazione della chiesa di S. Francesco di Padova (contro la tesi del Mothes e del Thode che li consideravano solo come autori di un ampliamento della chiesa, il Rizzoli prima e lo Zelante poi hanno dimostrato che essi furono i fondatori della chiesa stessa). Il progetto cominciò a realizzarsi nel 1414: del 6 agosto è infatti il primo contratto stipulato dal B. a questo fine.
Morì a Padova tra il febbraio e l'aprile 1418 (il suo ultimo testamento è del 1410). Contro l'ipotesi del Gloria che lo voleva deceduto subito dopo il 1405 (il Gloria conosceva soltanto il testamento del 6 ag. 1403 e ignorava i successivi atti riguardanti il B.) e quella del Papadopoli che poneva la data di morte intorno al 1420, ha ristabilito il vero lo Zelante sulla base di documenti d'archivio attestanti l'attività del B. fino al 2 febbr. 1418, mentre il 21 aprile di quello stesso anno la moglie dichiara d'esser vedova del Bonafarii.
Fonti e Bibl.: Galeazzo, Bartolomeo e Andrea Gatari, Cronaca Carrarese, in Rerum Italicarum Script., 2 ed., XVII, 1, a cura di A. Medin e G. Tolomei, ad Indicem; A. Gloria., Mon. dell'Univ. di Padova, Padova 1888, I-II, ad Indices; G. Verci, Storia della Marca trivigiana e veronese, XVII, Venezia 1790, p. 75, doc. n. MCMXLVIII; J. F. Tomasini Gymnasiuni Patavinum, Utini 1654, p. 235; N. C. Papadopoli, Historia Gymnasii Patavini, Venetiis 1726, I, pp. 209 s.; F. M. Colle, Storia scientifico-letteraria dello Studio di Padova, II, Padova 1824, p. 212; O. Mothes, Die Baukunst des Mittelalters in Italien, Jena 1884, II, pp. 252, 518; A. Antonelli, Cenni storici sull'origine e sulle vicende dello Spedali e civile di Padova, Padova 1885, p. 11; H. Thode, Franz von Assisi und die Anfänge der Kunst der Renaissance in Italien, Berlin 1904, p. 357; L. Rizzoli, La costruzione della Chiesa, del chiostro e dell'ospedale di S. Francesco in Padova..., in Atti e mem. della R. Accad. di scienze, lettere ed arti in Padova, n. s., XXXVI (1919-20), pp. 93-105; Id., S. Francesco di Padova, ibid., XXXVII (1920-21), pp. 123-131; G. Zelante, S. Francesco Grande di Padova, Padova 1921, pp. 27-31 passim, 195-197.