BALDERICO
Incerta è la stirpe cui appartenne B.: probabilmente era un cavaliere franco della corte imperiale. La prima notizia che abbiamo di lui è dell'815, quando partecipò, in qualità di legatus imperatoris, alla campagna contro i Danesi. Nell'819 successe, come conte, a Cadolao nel governo della Marca del Friuli e respinse un esercito slavo, che Cadolao non era riuscito a battere e che era condotto da Liudewit, conte della Pannonia inferiore, il quale si era ribellato all'imperatore franco ed aveva occupato i territori d'oltr'Alpe dipendenti dalla Marca del Friuli, la Camiola, cioè, e la Carantania. Sul finire di quello stesso anno l'assemblea di Aquisgrana decideva d'inviare dall'Italia, dalla Francia orientale, dalla Sassonia e dalla Baviera, tre corpi d'esercito che reprimessero il moto insurrezionale. Al comando dell'esercito proveniente dall'Italia era il conte Balderico. Gli imperiali dovettero però accontentarsi di devastare il territorio degli insorti perché questi, rifiutando una battaglia campale, si ritirarono sui monti; ma quando gli imperiali, assolto il loro compito, rientrarono alle basi "haud nullo gravi damno accepto", le popolazioni carniche che abitavano la regione della Sava e i Carantani si arresero a Balderico. Tuttavia il moto non doveva esser stato represso, se altri tre corpi d'esercito, nell'estate dell'anno successivo, devastarono le terre degli insorti; anche questa volta, però, gli imperiali non riuscirono a prendere contatto con Liudewit che rifiutò nuovamente battaglia. Prima dell'822 B. condusse un'ultima spedizione contro gli Slavi, che vennero battuti e costretti a rientrare in Pannonia; Liudewit riparò in Serbia, dove fu ucciso a tradimento. La notizia della sua morte giunse così rapidamente all'assemblea di Francoforte (giugno 823), che è lecito supporre che la scomparsa di Liudewit fosse stata provocata dai Franchi per risolvere la questione slava.
B. viene ancora citato nell'824 in un diploma rilasciato da Ludovico I al patriarca Massenzio di Aquileia; poi le fonti tacciono su di lui sino all'826, quando si andò maturando all'interno del regno dei Bulgari una nuova situazione, che non poteva non destare le preoccupazioni dell'imperatore franco. In quell'anno infatti era giunta alla corte imperiale la notizia che il re dei Bulgari era stato assassinato o detronizzato da uno dei suoi optimates, onde il conte palatino Bertrico fu mandato dall'imperatore, col preciso intento di avere informazioni più sicure, "ad Baldricum et Geroldum comites et Avarici limitis custodes in Carantanorum provinciam". Bertrico, tuttavia, non riusciva a raccogliere alcuna informazione utile perché B. e Geroldo erano completamente all'oscuro delle vicende interne del regno dei Bulgari e delle intenzioni di questi ultimi, come si può ricavare dalle loro dichiarazioni fatte alla assemblea di Ingelheim (giugno 826): "adhuc de motu Bulgarorum adversum nos nihil se sentire posse". Fu così che nell'827, quando i Bulgari, invasa la Pannonia, attaccarono violentemente i confini della Marca del Friuli, trovarono B. assolutamente impreparato a riceverli e lo sconfissero. Perciò nell'assemblea di Aquisgrana del febbraio dell'anno successivo, Ludovico I rimosse B. dalla carica e divise la Marca del Friuli fra quattro conti.
Fonti e Bibl: P. Paschini, Le vicende politiche e religiose del Friuli nei secoli IX e X,in Nuovo Arch. Veneto, XX (1910), pp. 237 s.; E. Hlawitscka, Franken, Alemannen, Bayern und Burgunder in Oberitalien (774-962),Freiburg i. B. 1960, pp. 146 s. (con la citaz. completa delle fonti).