FERRI, Baldassarre
Nato a Perugia il 9 dic. 1610, rivelò precocemente un particolare talento musicale; a soli undici anni divenne cantore nella cappella di Orvieto al servizio del cardinale vescovo P. P. Crescenzi. Nel 1623 il F. seguì il Crescenzi a Roma e completò la sua educazione musicale sotto la guida del conterraneo V. Ugolini, maestro della cappella Giulia in S. Pietro e successore di F. Soriano. Nello stesso periodo, dopo aver subito la castrazione, si sarebbe recato a Napoli per perfezionarsi nella tecnica vocale.
Nel 1625 tornò a Roma presso il cardinale e poté far apprezzare la sua arte canora dal principe Ladislao di Polonia in visita presso il Crescenzi. Il principe lo nominò suo musico particolare e lo condusse a Varsavia presso la corte del padre Sigismondo III Vasa. Qui il F. rimase, salvo brevi periodi, sino al 1655 al servizio di tre re: Sigismondo III, Ladislao VII e Giovanni Casimiro V.
Nel 1643 trascorse probabilmente un breve periodo in Italia e il 13 marzo dello stesso anno gli fu conferita a Venezia la nomina di cavaliere di S. Marco dal doge F. Erizzo.
Nel 1654 la sua fama raggiunse la corte di Cristina di Svezia, la quale chiese al re di Polonia di cederle il cantante per quindici giorni. Accolta la richiesta, il sopranista poté raggiungere la corte di Stoccolma. Ricevuto con straordinari onori, fu celebrato anche con la coniazione di una medaglia.
Intorno al 1655 il F. entrò al servizio dell'imperatore Ferdinando III; alla corte imperiale rimase per circa vent'anni, ricevendo grandissimi onori. Morto Ferdinando III, il successore Leopoldo I, oltre a creare per lui un posto speciale alla corte con un cospicuo stipendio, lo incoronò a Vienna "re dei musici".
Sembra che in epoca imprecisata il F. si recasse a Firenze per cantare in un'opera di C. Monteverdi e anche in questa occasione sarebbe stato accolto con grandissimi onori. Incerte sono anche le notizie relative ad un suo viaggio a Londra, ove, secondo l'Angelini Bontempi, avrebbe cantato nell'opera Psiche di G. B. Draghi. Il Biographical Dictionary of actors, dal canto suo, assegna la notizia di un evirato che cantò a Londra agli anni 1668-69: il cantante in questione viene detto francese, ma è probabile che si tratti del Ferri. Il Pepys parla infatti di "a Frenchman, but long bred in Italy", avendo avuto modo di ascoltare il famoso evirato al Bridges street theatre il 10 ott. 1668 e in una replica il 14 ottobre dello stesso anno. Lo stesso cantante si esibì il 24 maggio 1669 nello stesso teatro, forse in Psyche e in Love's Mistress, e il 3 giugno cantò a Whitehall in un'opera non precisata.
Tra il 1675 e il 1680 il F. si ritirò a vita privata a Perugia, dopo aver accumulato l'enorme patrimonio di circa 600.000 scudi. Qui morì il 18 nov. 1680. Destinò tutte le sue ricchezze alla fondazione di un istituto di beneficenza che perpetuasse il suo nome.
Testimonianze sulla sua attività e sulla personalità artistica sono pervenute principalmente attraverso l'Historiamusica del concittadino G. A. Angelini Bontempi. La sua voce di soprano univa alla dolce limpidezza del timbro una estrema agilità nell'esecuzione di passaggi particolarmente difficili; la perfetta intonazione e la brillante vivacità nell'esecuzione dei trilli erano favorite da una razionale respirazione, dovuta, tra l'altro, oltre che al continuo esercizio, anche alla possente mole fisica. Di corporatura opulenta e dal volto di una bellezza quasi femminea, eccelleva nell'arte scenica riscuotendo il favore soprattutto del pubblico femminile. Dotato di una tecnica eccezionale, anche nei passaggi più rapidi e di maggiore difficoltà, non tralasciava mai di eseguire alla perfezione tutti i chiaroscuri a cui l'obbligavano i crescendo ed i diminuendo.
La sua eccezionale tempra e i costanti favori del pubblico gli permisero di calcare le scene fino all'età di sessantacinque anni, fatto assai raro per l'epoca.
Fonti e Bibl.: G. A. Angelini Bontempi, Historia musica, Perugia 1695, pp. 110 s.; G. B. Mancini, Riflessioni pratiche sul canto figurato, Milano 1767, pp. 16 s., 100 s.; S. Arteaga, Le rivoluzioni del teatro musicale italiano, II,Venezia 1785, p. 38; G. C. Conestabile, Notizie bibliografiche di B. F. musico celebratissimo, Perugia 1846; A. Ademollo, Iteatri di Roma nel secolo decimosettimo, Roma 1888, pp. 69, 223 s.; G. Monaldi, Cantanti evirati celebri del teatro italiano, Roma 1919, pp. 37 s.; F. Habock, Die Kastraten und ihre Gesangskumt, Stuttgart 1927, pp. 321 s.; C. Sartori, in Die Musik in Geschichte und Gegenwart, IV,Basel 1949, pp. 80 s.; A. Heriot, The castrati in opera, London 1956, pp. 146 s.; N. Pirrotta, in Encicl. dello spettacolo, Roma 1958, V, coll. 217 s.; K. Targosz-Kretowa, Le théâtre d'opera à la cour de Ladislaus IV, roi de Pologne (1635- 1648), in Revue d'histoire du théâtre, XIX(1967), 1, pp. 33 s.; A Biographical Dictionary of actors, actresses, musicians, dancers, managers & other stage personnel in London 1660-1800, V,Carbondale, Ill., 1978, pp. 233 s.; J. Nagley, in The New Grove Dictionary of music and musicians, VI,London 1980, pp. 497 s.; P. Barbier, Histoire des castrats, Paris 1989, ad Ind.; Dizionario enc. univ. della musica e dei musicisti. Biografie, II,p. 746.