CORDERO, Baldassarre
Membro di un'influente famiglia di Mondovì, visse nel secolo decimoquinto e fu l'iniziatore dell'arte tipografica nella sua città.
Il C. è considerato il primo tipografo piemontese che stampasse in Piemonte: ma non fu un tipografo in senso proprio, quanto piuttosto l'apportatore di capitale in una di quelle società che si formarono ai primordi della stampa in Italia tra artefici tedeschi e finanziatori italiani. La tipografia impiantata dal C. a Mondovì fu infatti la continuazione della più antica società tipografica genovese, quella tra Lamberto Laurenszoon di Delft e Antonio Mathias d'Anversa: il 20 giugno 1472 il C. acquistava da Lamberto la metà del materiale tipografico appartenente alla società e il 22 giugno si accordava con Antonio Mathias per gestire insieme per quattro anni la tipografia nella stessa Genova. Sebbene una clausola del contratto sottoscritto dai due soci prevedesse la possibilità di svolgere l'attività di stampa in qualsiasi luogo avessero scelto, non sembra che sussistesse l'intenzione di spostare altrove, almeno in un primo momento, la sede della tipografia, ma ben presto, per quanto risulta ancora prima che fosse stato stampato alcun volume, i due soci furono costretti dalla peste ad abbandonare la città ligure ed a trasferirsi a Mondovì con tutto il loro materiale tipografico.
A Mondovi, dove posero la loro sede in una località chiamata Piano della Valle, stamparono poche edizioni, tutte in verità di importanza limitata. Il carattere che impiegarono, l'unico in tutte le opere da loro stampate, fu un romano di disegno leggero ma di fattura un poco rozza, abbastanza simile ad altri caratteri romani usati in Italia nello stesso periodo. La più antica opera datata uscita dalla tipografia di Mondovì è il Confessionale "Defocerunt"di s. Antonino, sottoscritto il 24 ott. 1472 e derivato dalle edizioni stampate in precedenza a Colonia da Ulrich Zeli; non sottoscritta ma datata nello stesso anno 1472 è l'edizione più voluminosa stampata dal C. e da Antonio Mathias: un volume in-folio contenente le Epistolae ad familiares di Cicerone. Altre opere non datate né sottoscritte furono stampate dai due soci nello stesso anno o nella prima metà del 1473: una edizione della Historia Troiana di Dictys Cretensis, un salterio latino, un opuscolo contenmte la nota orazione di Bernardo Giustiniani a Sisto IV in esortazione alla guerra contro i Turchi, infine un'edizione delle satire di Giovenale. Le Heroides di Ovidio del 18 febbr. 1473 sono l'ultima opera datata e sottoscritta dai due tipografi.
L'attività della società fu interrotta nello stesso anno a causa di una violenta lite fra i due soci; se è da credere a quanto da lui stesso affermato in una petizione rivolta alla Signoria di Genova, Antonio Mathias venne fatto arrestare dal C. e poté uscire di prigione soltanto dopo aver sottoscritto un impegno nel senso voluto dal suo ex socio. Fuggito Antonio da Mondovì il C. lo raggiunse a Genova dove la controversia proseguì senza peraltro che nessun documento sia rimasto ad attestarcene la conclusione.
L'ultima citazione relativa al C. che ci sia stata conservata è appunto contejquta nella decisione del 18 nov. 1473 della Signoria di Genova di rimettere la decisione della controversia tra i due tipografi ai Sindicatori della città.
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