BARONCELLI, Baldassarre (Baldassar de Baroncellis, B. de Baroncelli da Offida, Balthasar de Offida)
Appartenente a nobile famiglia, probabilmente di origine fiorentina, il B. nacque in Offida intorno al 1380, forse discendente da quel Francesco Baroncelli che fu successore di Cola di Rienzo come "tribunus" (s'intitolò, infatti, "tribunus secundus et primus Romanoruin consul" (settembre 1353-marzo 13541). Si dedicò ben presto all'esercizio delle arti e, ancor giovane, combatté contro gli Ascolani in difesa della propria città, quindi, ambizioso di gloria, si recò nel Regno di Napoli per servire re Ladislao; nel 1423 lo troviamo a Napoli come luogotenente dei conti di Carrara; il 22 ottobre dello stesso anno concede in affitto un molino nel territorio di Teramo.
Diffusasi la sua fama di condottiero, fu da papa Martino V nominato capitano della Montagna Bolognese per un anno (16 nov. 1427); nel 1433 venne creato da papa Eugenio IV connestabile e condottiero delle truppe pontificie di fanteria e, nello stesso anno o agli inizi del successivo, ebbe la carica di capitano della guardia inferiore e di vicecastellano di Castel Sant'Angelo. Assolse ai suoi compiti in modo egregio, specialmente in, occasione dei tumulti (29 Maggio 1434) che portarono all'instaurazione di un governo popolare retto da sette "gubematores libertatis", alla cattura da parte di rivoltosi del cardinale camerlengo Francesco Condulmer, nipote del papa, alla fuga del papa da Roma e quindi all'Assedio di Castel Sant'Angelo. In questi frangenti il B. fu all'Altezza della situazione, dirigendo la difesa del castello, compiendo alcune ardite sortite e battendo efficacemente con le artiglierie gli assedianti, finché non riuscì a catturare, con abile stratagemma, alcuni capi dei rivoltosi che liberò poco dopo scambiandoli con il cardinale camerlengo. Per tale impresa il B. venne chiamato a Firenze da Eugenio IV che lo accolse con gran solennità nell'ordine dei "milites" (25 dic. 1434) e lo nominò senatore di Roma (12 gen. 1435) per un semestre con poteri eccezionali; durante tale ufficio egli s'intitolò "miles et comes" (conferma degli statuti dei Mercanti de, panni, 28 apr. 1435): non sappiamo come e quando abbia acquisito il diritto al titolo di "comes".
Sul finire del 1435 il B. fu creato podestà di Bologna e, insieme con Francesco Sforza, Sigismondo Malatesta e altri condottieri, partecipò attivamente alla riconquista dei territori della Chiesa, espugnando Forlimpopoli, Forli e il castello di Lugo (agosto 1436). Durante il governo di Bologna egli cominciò a mostrare la crudeltà che gli viene normalmente attribuita, facendo assassinare, per odio personale, Antonio Bentivoglio, che pure era partigiano del papa (24 dic. 1435), e organizzando l'Attentato a Francesco Sforza, forse per istigazione del duca di Milano. Fallito quest'ultimo tentativo, il B. venne catturato a Budrio dallo Sforza (settembre 1436) e costretto a confessare con la tortura; quindi fu inviato prigioniero a Fermo ovel sul finire dell'anno, fu ucciso in un incidente provocato.
Concordi son quasi tutti i pareri sulla perizia militare del B. (fa eccezione il solo Ricotti), come pure sulla sua crudeltà, talché il Palma lo chiama addirittura "furfante".
Fonti e Bibl.: Codex diplomaticus dominii temporalis S. Sedis, a cura di A. Theiner, III 11389-17931, Roma 1862, n. CCXLI, p. 298; Pallo dello Mastro, Memoriale, in Cronache romane inedite del medio evo, pubblicate da Achille de Antonis, 1, Roma 1875, p. 5; Annales Forolivienses ab origine urbis usque ad a. 1473, in Rer. ital. script., 2 ediz., XXII, 2, a cura di G. Mazzatinti, p. 92; C. Ghirardacci, Della historia di Bologna parte terza, ibid., XXXIII, 1, a cura di A. Sorbeui, ad Indicem; Corpus chronicorum Bononiensium, ibid., XVIII, 1, vol. IV, a cura di A. Sorbefli, pp. 84, 86-88; A. Vendettini, Serie cronologica de, senatori di Roma illustrata con documenti, Roma 1778, p. 84; F. A. Vitale, Storia diplomatica de' Senatori di Roma, Roma 1791, p. 407; G. Moroni, Diz. di erudiz. stor. eccles., X, Venezia 1841, p. 182, sub voce Castel Sant'Angelo; C. Arduini, Memorie istoriche della città di Offida nella Marca d'Ancona, Fermo 1844, pp. 81-87; E. Ricotti, Storia delle compagnie di ventura in Italia, III, Torino 1845, pp. 61-63; L. Pompili-Olivieri, Il senato romano..., I, Roma 1886, pp. 262 s.; N. Palma, Storia ecclesiastica e civile... della città di Teramo e diocesi aprutina, II, Teramo 1891, p. 159; F. Gregorovius, Storia della città di Roma nel Medio Evo, III, Roma 1901, P. M; P. Pagliucchi, I castellani di Castel S. Angelo di Roma, I, 1, I castellani militari (1367-1464), Roma 1906, pp. 93-100; L. von Pastor, Storia dei Papi, I, Roma 1910, p. 267; A. Salimei, Serie cronologica dei senatori di Roma dal 1431 al 1447, in Arch. d. soc. romana di storia patria, LIII-LV (1930-1932), pp. 102-109, 117 n., 134, 154-156, 172, 533.