BALBO BERTONE di Sambuy, Emilio
Nato il 28 marzo 1800 a Torino dal conte Carlo Gabriele e da Daria Delfina Ghilini, creato da Napoleone paggio d'onore, fu assegnato al servizio del principe Camillo Borghese, governatore dei Dipartimenti transalpini (carica corrispondente a viceré dei Piemonte). Nel 1814 usciva dall'Ecole Polytechnique col grado di sottotenente di artiglieria; dopo la restaurazione dei Savoia, entrava nel Corpo Reale Artiglieria, prendendo parte alla campagna del 1815. Promosso colonnello nel 1839, gli veniva affidato il comando dell'artiglieria di Genova e, in seguito, la direzione della fonderia dell'arsenale genovese. Maggior, generale nel 1847, era nominato (14 apr. 1848) aiutante di campo di Carlo Alberto, partecipando alla campagna del 1848, nel cui corso comandò per breve tempo le truppe che tentarono la liberazione dei ducati e le milizie di Modena e Reggio. Abbandonata nel 1849 la vita militare, e presa dimora nella sua tenuta di Lesegno presso Mondovì, si dedicò all'agricoltura ed alla chimica agraria, cui si era interessato sin da giovane.
Ancora oggi il B. è noto soprattutto per la sua opera di agronomo. Insieme al Cavour, al Bonafous, al Peyron, al Burdin, fu tra i pochi proprietari terrieri che si mostrarono attenti ad ogni novità. Favorì nelle sue proprietà l'introduzione delle macchine agricole; ed egli stesso ideò un aratro (che porta appunto il suo nome) che consentiva una maggiore profondità di scavo. Nelle sue terre di Lesegno, prima quasi improduttive, il B. procedette a vaste opere di bonifica; favorevole all'impiego dei concimi chimici, la cui importanza in seguito alle scoperte del Liebig si cominciava a comprendere anche in Piemonte, si dedicò a ricerche in questo settore. Coltivò principalmente frumento e barbabietole, e tenne allevamenti modello di bovini, intorno ai quali lasciò numerose memorie.
Costituita, il 25 ag. 1842, l'Associazione agraria piemontese, il B., che era stato tra i promotori e fondatori, ne venne eletto vicepresidente con R. di Salmour. L'Associazione divenne immediatamente -campo di battaglia di forze politiche opposte. Dopo le dimissioni, avvenute nel 1845, del presidente C. Alfieri di Sostegno, in opposizione alla candidatura di R. di Salmour, favorita dai conservatori, i democratici appoggiarono quella del B., di idee non molto più aperte del Salmour stesso, ma i cui interessi esclusivamente rivolti all'agricoltura e la ben nota apoliticità facevano considerare un presidente più malleabile. Il B., d'accordo con lo stesso Salmour, ritirò la propria candidatura, ripresentata tuttavia dai democratici l'anno successivo. L'elezione fu controversa, e poiché il dissidio interno minacciava di aggravarsi e di volgere in favore dei democratici, Carlo Alberto, dietro consiglio di C. Cavour, modificati gli statuti dell'Associazione, impose d'autorità la nomina a presidente del conte F. Avogadro di Collobiano. In seguito il B. fu presidente dell'Associazione agraria, di numerosi comizi agrari e, ricostituita con nuovi statuti la R. Accademia di Agricoltura, ne fu eletto presidente nel 1872.
Per quanto priva di originalità, l'opera del B. assume una sua importanza nel quadro delle condizioni e delle dottrine economiche dell'epoca. Affiancando il Cavour il B., in opposizione alle convinzioni maggiormente diffuse allora tra gli agrari piemontesi, fu convinto liberista. Riteneva infatti il protezionismo ed in genere ogni intervento statale nocivo alla buona riuscita di ogni impresa privata, agricola o industriale che fosse; coerentemente con i suoi principi sostenne, accanto al Cavour, nel 1846,la necessità di abolire i dazi di importazione, per quanto tale progetto incontrasse l'opposizione della maggior parte dei membri dell'Associazione.
Sempre nello stesso anno, la sua collaborazione col Cavour favorì il riconoscimento della preminenza dell'aspetto teorico su quello esclusivamente pratico nell'istruzione agraria. Dal 1845, infatti, si dibatteva se fosse preferibile istituire cattedre teoriche di istruzione agraria superiore oppure, secondo schemi già attuati oltralpe, tenute modello. La istituzione di scuole superiori di agraria, tali da garantire una buona preparazione teorica ai futuri dirigenti di imprese agricole, era auspicata dal Cavour, dal Salmour e dal B. stesso: essi, a riprova delle proprie convinzioni, si richiamavano all'esito negativo dell'esperimento tentato da C. Ridolfi nella sua tenuta modello. La relazione tenuta dal B. sull'istruzione agraria, benché vivamente osteggiata, portò ad una soluzione di compromesso con la fondazione dell'Istituto agricolo veterinario di Venaria Reale (12 ag. 1846) di cui il B. fu nominato direttore, e della tenuta modello di Venaria, che però presto si rivelò esiziale per le finanze dell'Associazione sì che il B. stesso la rilevò più tardi in proprio.
Il B. fu presente a quasi tutti i Congressi degli scienziati italiani tenuti tra il 1839 e il 1847 prendendo parte ai lavori della Sezione di agronomia e tecnologia. Nel II Congresso (Torino, 17-30 sett. 1840) fece parte di una commissione incaricata di studiare le condizioni dell'agricoltura nel circondario di Torino; fu vicepresidente della Sezione di agronomia nel III Congresso (Firenze, 15-30 sett. 1841) e presidente della stessa Sezione nel VI Congresso (Milano, 12-27 sett. 1844). La presidenza, oltre che per benemerenze scientifiche, gli venne conferita per ragioni politiche, poiché i patrioti milanesi vollero vedere nel B., colonnello dell'esercito sardo, il simbolo di un possibile futuro esercito italiano.
Aveva sposato Luisa Del Carretto, erede del marchesato di Lesegno; anche al B., il 21 febbr. 1843, fu concesso personalmente il titolo di marchese.
Mori a Lesegno il 10 ag. 1872. La maggior parte dei suoi scritti è raccolta nella rivista L'Economia Rurale,organo ufficiale del Comizio agrario.
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