GIULIANO, Balbino
Nato a Fossano in Piemonte il 4 gennaio 1849, laureatosi in lettere e in filosofia nell'università di Torino, insegnò nei licei, nell'istituto superiore di magistero di Firenze, nell'università di Bologna e dal 1932 è professore di filosofia morale nell'università di Roma. Combattente e nazionalista, sin dal 1919 prese parte attiva alla lotta contro i partiti sovversivi. Deputato dal 1924 e dal 1934 senatore, fu nel 1924 sottosegretario al Ministero dell'istruzione pubblica e dal 1929 al 1932 ministro dell'Educazione nazionale. Nel 1934-35 è stato poi commissario della Confederazione professionisti e artisti, e dal 1936 fino al ritiro dell'Italia dalla Società delle nazioni, presidente della commissione italiana per la cooperazione intellettuale. É stato fra i primi ad aderire al movimento filosofico dell'idealismo italiano: e questa concezione idealista ha poi rielaborato sforzandosi di conciliare i concetti di trascendenza e d'immanenza e rivalutando in questa luce problemi e figure non solo del campo filosofico ma anche di quello artistico e politico.
Opere principali: L'idea religiosa di Marsilio Ficino (Cerignola 1904), Il concetto psicologico della storia (Torino 1906); La religiosità dello spirito (Palermo 1909); Il torto di Hegel (Roma 1910); Il valore degli ideali (Torino 1914); Il primato di un popolo (Gioberti, Fichte) (Catania 1915); L'esperienza politica dell'Italia (Firenze 1921); La formazione storica del fascismo (in Mussolini e fascismo, ivi 1927); Elementi di cultura fascista (Bologna 1929); La poesia di Giovanni Pascoli (ivi 1934), oltre a numerosi articoli, in Rivista di filosofia e altre riviste.