BALBIANO di Colcavagno, Caterina
Nata nel 1670 da Gottofredo Alberico e da Marta Maria Benso di Isolabella, dama di corte della principessa Ludovica di Savoia, sposò in prime nozze nel 1687 il conte Michele Gabaleone di Salmour, che morì nel 1691 all'assedio di Cuneo. Nell'ambiente austero e chiuso della corte di Vittorio Amedeo II la cultura, la grazia e l'intelligenza della bella contessa di Salmour erano particolarmente ammirate. Nel 1694, a Torino, conobbe Carlo Filippo di Brandeburgo, figlio di secondo letto del grande elettore Federico Guglielmo e di Dorotea di Holstein- Glucksburg. Era un uomo colto, intelligente e sensibile: a Berlino frequentava assiduamente il circolo di intellettuali che si raccoglieva intorno all'elettrice Sofia Carlotta, la protettrice di Leibniz.
Innamoratosi della giovane vedova, Carlo di Brandeburgo decise di sposarla, ed il 29 maggio 1695, alla presenza dell'abate Alessandro Doria del Maro e del cavalier Giovanni Antonio di San Martino Parrella, la sposò con uno stratagemma dinanzi al parroco di Venaria Reale.
Questo matrimonio destò stupore e sospetto negli ufficiali brandeburghesi di stanza a Torino timorosi della reazione di Federico. Essi richiesero a Vittorio Amedeo II di intervenire per rompere il matrimonio, e il duca, temendo di perdere l'aiuto dei più validi battaglioni del suo esercito e un alleato prezioso, fece arrestare, tre giorni dopo le nozze, la B. facendola rinchiudere nel monastero torinese di Santa Croce. Carlo di Brandeburgo, visto inutile ogni tentativo di liberare la sposa, raggiunse le sue truppe all'assedio di Casale, e qui morì per un attacco di febbri perniciose il 23 luglio dello stesso 1695.
Dal suo forzato isolamento la B. non perse le speranze di trovare una soluzione alla delicata questione dinastica che le nozze avevano suscitato e continuò, per circa due mesi, a esortare il marito affinché difendesse e facesse valere i suoi diritti. Le sue lettere, ritrovate dopo la morte di Carlo di Brandeburgo, erano custodite presso l'Archivio di Stato di Berlino. Una copia di esse tuttavia è conservata nell'Archivio della famiglia Balbiano a Pino Torinese. Un estratto di queste lettere fu pubblicato a Torino nel 1775, col titolo Lettres d'amour et d'affaires écrites par Cathérine Comtesse de Salmour, marquise de Balbian, au margrave Charles de Br.,e sono un documento interessante di questa tormentata storia.
Liberata nel gennaio del 1696, la B. abbandonò per sempre il Piemonte e si recò a Milano, dove, protetta dal governatore spagnolo, attese nel convento delle marcelline che la Curia pontificia omologasse il suo matrimonio. Ottenuto il riconoscimento della validità del vincolo il 28 sett. 1697, si trasferì a Verona, poi a Venezia nel 1702, e infine a Vienna nel 1705. A Vienna, sotto la protezione dell'imperatore e di Eugenio di Savoia, continuò la sua silenziosa e tenace battaglia per ottenere da Federico di Prussia il riconoscimento dei suoi diritti e una piccola pensione, che le fu sempre negata perché non volle rinunciare mai alla dignità di margravia di Brandeburgo, come esigeva Federico I.
Nel 1707 sposò a Vienna l'ambasciatore dell'elettore di Sassonia e re di Polonia Augusto Cristoforo von Wackerbarth, abile politico, che divenne in seguito conte, maresciallo di campo e ministro di Augusto II. A Dresda, il fascino della non più giovane B. continuò a raccogliere i consensi e l'ammirazione della corte, agevolata in ciò dal crescente favore che il Wackerbarth godeva presso il suo re.
Mori a Dresda nel 1719 e fu sepolta nel più vicino cimitero cattolico oltre la frontiera boema.
Dal primo marito ebbe tre figli, di cui il primogenito Francesco Giacinto fu presidente della Giunta di commercio e riformatore dell'università di Torino, mentre gli altri due, adottati dal Wackerbarth, proseguirono in terra tedesca le fortune di un'antica stirpe piemontese.
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