BAKU (A. T., 73-74)
Città della regione transcaucasica, capitale della repubblica dell'Azerbaigian, situata sulla sponda occidentale del Mar Caspio, nella parte più interna di una baia semicircolare della penisola di Apšeron. Situata in una regione depressa, arida e priva di vegetazione, è a circa 10 m. sul livello del Mar Caspio. La baia di Baku ha uno sviluppo di 15 km. e una larghezza, all'entrata, di 10 km.; inoltre è protetta da una piccola isola (Ostrov Nargin). Il clima è continentale, con una temperatura media annua di 14°, 3; invernale di 3°, 4; estiva di 25°, 8. Le piogge sono scarse e cadono prevalentemente d'inverno, mentre d'estate la siccità è quasi completa.
La parte antica della città è molto pittoresca; notevole il castello dei Khān di Shirwān (sec. XV), il palazzo della giustizia, detto Khān-Dīwān, parecchie moschee, il Jurbé (1435) del Khān Khalīl Ullāh; la torre detta Kiz Kale, molte case e piccole costruzioni dell'epoca persiana. Nel museo dell'Azerbaigian è particolarmente ricca la sezione d'arte orientale.
L'importanza e la ricchezza di Baku sono dovute, come è noto, alle grandi riserve petrolifere racchiuse nel sottosuolo. Dopo la definitiva occupazione russa si pensò di dare uno sviluppo commerciale all'industria del petrolio, e, constatato che tutti i pozzi erano proprietà dell'antico signore di Baku, Hussin, si procedette alla confisca di essi contro un'indennità annua di 13.000 sterline. Dopo varie vicende, compreso un periodo di monopolio, si venne al libero esercizio, cosicché, dopo alcuni anni, i pozzi ammontarono a 400 (1880) e ora se ne contano oltre 4000. La produzione odierna oscilla attorno ai 330 milioni di pudi. L'amministrazione è retta dal dipartimento petrolifero per la nafta del Comitato dell'Azerbaigian. Le raffinerie, divise in 5 gruppi, sono controllate dal dipartimento raffinerie del Comitato dell'Azerbaigian. Una parte della produzione è avviata per la ferrovia Baku-Tiflis o con il condotto petrolifero (pipe line) a Batum e quindi esportata; quella che serve al consumo interno è trasportata per via d'acqua ad Astrachan. Baku possiede inoltre dei mulini, delle fabbriche di acido solforico e manifatture di tabacco. È anche deposito di merci provenienti dalla Persia e dalla regione transcaspiana, e cioè cotone, seta, riso, vino, pesce, frutta, legname, ecc. Oltre che al Mar Nero è collegata per ferrovia alla Russia meridionale e alla Persia. Aveva 15.000 ab. nel 1880, 112.000 nel 1897, 220.000 nel 1913 (Tartari, Armeni, Russi, Persiani), 453.000, coi distretti industriali, nel 1926.
Storia. - Il nome è stato riconnesso con il persiano bād kūbae "colpo di vento". I geografi arabi la ricordano sotto le forme Bākuh, Bākūh o Bākūyā; ma la sua origine devessere assai più antica. Secondo la tradizione sarebbe stata fondata da Alessandro il Macedone. Dal sec. VII d. C. fu in potere degli Arabi, poi dei Shirwān Shāh. Dal 1583 fino al 1606 Baku appartenne ai Turchi, poi ai Persiani. Durante la campagna persiana di Pietro il Grande, si arrese alla squadra russa dopo un lungo assedio (1723); ma nel 1735 fu restituita alla Persia, che la governava mediante Khān vassalli. Poi ancora passò, di mano in mano, dalla Persia alla Russia: prima nel 1796, poi definitivamente, nel 1806 (in seguito all'assassinio del generale Sisianov), divenendo capoluogo di distretto, poi (1859) di governatorato. Dal 1860 in poi la città ebbe rapido incremento grazie allo sviluppo dell'industria del petrolio (v. sopra). Con lo sviluppo dell'industria Baku divenne, fra il 1899 e il 1909, uno dei centri principali del movimento operaio in Russia, che vi si manifestò con scioperi a carattere politico, nel 1903, 1904, 1913 e 1914.
Bibl.: I. D. Henry, Baku, an eventful history, 1906; V. M. Sysvev, Kratkij očerk istorii Azerbajdžana (Breve schizzo della storia dell'A.), 1925.