BAGNATORI, Pier Maria, detto il Bagnadore
Nato a Orzinuovi nel 1550 circa, da illustre e agiata famiglia del luogo, nel 1566 forse dimorò in Roma, ove pare studiasse disegno e architettura, agli ordini di Alfonso Gonzaga di Novellara, a cui vendette un Cristo alla colonna. Successivamente si stabilì per lunghi anni in Novellara, al seguito dello stesso Gonzaga. Firmò e datò nel 1575 una Pietà (Brescia, Pinacoteca Tosio Martinengo) e nel 1580 l'Ascensione per la chiesa di S. Stefano in Novellara. Tra il 1580 e il 1603 progettò e costruì la chiesa di S. Afra in Brescia (bombardata il 2 marzo 1945 e ricostruita nel 1953). Dal 1582 al 1584 eseguì affreschi al secondo piano del castello di Velturno, luogo di villeggiatura dei vescovi di Bressanone, e nel 1588 dipinse il Cristo morto tra la Giustizia e la Misericordia per S. Afra. Nel 1592 costruì, rifacendosi all'architettura del Monte Vecchio, il Monte Nuovo di Pietà in piazza della Loggia in Brescia e datò l'Annunciazione in S. Maria dei Miracoli nella stessa città. Nel 1594 firmò e datò il Martirio di s. Margherita nella chiesa di S. Francesco in Brescia, ove pure si trova, firmata, la Strage degli innocenti. Nel 1595 compì i portici del Palazzo ducale di Brescia, rifacendosi a quelli del Beretta nella stessa piazza; nel 1596 progettò e costruì, sempre a Brescia, la fontana della Torre della Pallata, modellandone le statue, tradotte in marmo da A. Carra. Nel 1603 copiò il dipinto del Moretto col Trasporto dei corpi dei martiri bresciani, tela oggi al Municipio di Brescia; nel 1602-1603 progettò e costruì per Giorgio Fugger il palazzo ora Galasso a Trento, e presentò, in gara con Giovanni Antonio Avanzi e Gian Battista Lantana, un progetto per il duomo nuovo di Brescia. Approvati, con modifiche sue e dell'architetto L. Buzzi di Milano, il progetto e il modello del Lantana, firmò nel 1604, col Buzzi, la relazione finale. Datò nel 1604 la lunetta con Sibille in S. Afra, nel 1606 disegnò la cappella della Rocca di Novellara e nel 1607 costruì la cappella di S. Sisinio nel palazzo Fugger a Trento. Nel 1608 venne ultimato, su suoi disegni, l'Oratorio di S. Maria al Mercato del Lino in Brescia. Sempre nel 1608 il B. dipinse per la cappella del palazzo Fugger la tavola col Martirio di s. Lorenzo; nel 1611 costruì e in parte affrescò la chiesa di S. Domenico in Brescia (demolita). Nel 1617 era già da tempo alla direzione della Fabbrica del Duomo nuovo di Brescia; ancora operoso nel 1619, terminò in quell'anno l'Ospedale delle donne in Brescia col tempietto della Madonna. Non se ne conosce la data di morte.
Questo il regesto del B. secondo i documenti e le sparse notizie bresciane, estensi e trentine, riunite e integrate. Nulla, alla lettera, ci è tramandato della vita dell'uomo, mentre manca ogni studio sull'artista. Oltre le opere già ricordate, sono suoi, in Brescia, un Presepe in S. Angelo e altra Natività, eccellente, in S. Carlo; due tele con la Adorazione dei Magi e la Circoncisione nella chiesa del Corpo di Cristo; una Natività, firmata, e un Incontro di Anna e Gioacchino in S. Maria delle Grazie; altra S. Anna e Gioacchino in S. Pietro in Oliveto gli è attribuita dal Morassi, mentre una Ascensione e altre sue tele si vedevano un tempo nella chiesa del Carmine. A Quinzano, nella chiesa di S. Rocco, un Ecce Homo gli è attribuito dal Paglia. Nel municipio di Orzinuovi esiste tuttora una sua Annunciazione e il Fenaroli vi ricorda anche un Martirio di s. Lorenzo; nella parrocchiale si trovava una sua Deposizione e tuttora si conserva una Incoronazione della Vergine. Nonostante le ripetute residenze e i documenti, nulla del B., oltre la tela del 1580, è segnalato attualmente in Novellara.
Sono sue le architetture delle parrocchiali di Vestone, di Borgo San Giacomo e forse di Orzinuovi. Nel Trentino, oltre il palazzo Fugger-Galasso e gli affreschi di Velturno, il Bartoli ricorda del B. a Trento un soffitto con mitologie nel castello del Buon Consiglio, una tela con due Santi in S. Bernardino e nella chiesa delle Orfane una Crocifissione, ora perduta; a Rovereto gli è attribuita una Trinità nella chiesa di S. Antonio Abate.
Una ricerca sistematica nel Bresciano, negli Stati estensi e nell'ex principato di Trento rivelerebbe certo altre opere del B., valente manierista, che su quanto aveva appreso dai maestri della sua terra (Morone, Moretto) e sugli influssi di L. Orsi innestò suggestioni emiliane e romane. Come pittore, povero di inventiva anche se ricco di mestiere, non gli si attagliano le entusiastiche lodi del Nicoli-Cristiani; tuttavia la sicurezza di segno, il corretto colore, la varietà talvolta audace nei partiti di lume e ombra lo fanno giungere, sotto il lambiccato mestiere, a espressioni di vera poesia. Illustre ai suoi dì come pittore, fu certo assai più grande come architetto, come bene testimoniano la ritmica e chiara chiesa di S. Afra, il maestoso e armonico palazzo Fugger, e meglio testimoniava la chiesa di S. Domenico in Brescia, un capolavoro purtroppo demolito dopo il 1867. Raccoglitore famoso di stampe e disegni, cedette la collezione, poi dispersa, al conte di Novellara, probabilmente all'inizio del Seicento.
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