BADIA a Taona
Edificata, in onore di S. Salvatore, su terreno del fisco imperiale nell'alto Appennino pistoiese, in Valdibure, punto importante fra i territori bizantino e longobardo, presso le sorgentì del torrente Limentra, affluente del Reno, e del torrente Bure, affluente dell'Ombrone pistoiese. Lì vicino, passava anche una strada diretta Firenze-Bologna. La via di Valdibure s'univa alla Sambuca con la via Francesca. La badia, fondata prima del sec. XI (recentemente se n'è fatta risalire, non senza qualche ragione, la origine ad un monaco fondatore di monasteri in Toscana fra il sec. VIII e il IX), ebbe, per il seivizio d'assistenza ai pellegrini e ai mercanti, varî ospizî nell'Appennino, alimentati dalle cospicue donazioni di beni (circa 100 kmq.), nel Pistoiese, nel Bolognese e nel Pratese, dei vescovi di Pistoia e di Bologna, del marchese Bonifacio I di Toscana e della contessa Matilde, dei conti Guidi e Alberti, ecc., confermate nei secoli Xl e XIII da imperatori e papi. Fu servita prima dai benedettini, poi dai cluniacensi, indi dai vallombrosani, che la tennero fino a tutto il sec. XIV; in seguito i monaci si ritirarono nel monastero di Forcole dentro Pistoia, e la badia fu data in commenda alla famiglia fiorentina dei Pazzi, e poi soppressa da Pio IV nel '500. Ebbe rapporti con i giuristi dello studio di Bologna. Oggi non restano dell'antica abbazia che il nome, pochi ruderi e, fortunatamente, il prezioso cartulario.
Bibl.: E. Repetti, Diz. geogr., ecc., Firenze 1833-46, I, p. 12; P. F. Kehr, Italia pontificia, III, Berlino 1908, pp. 133-4; L. Chiappelli, Per la storia della viabilità nell'alto medioevo, II, in Bull. st. pistoiese, XXIX, i (1927).