badboy
(bad-boy, bad boy), loc. s.le m. Ragazzaccio: giovane che si caratterizza per i suoi comportamenti trasgressivi, anche violenti; talvolta, in senso figurato e con sfumatura ironica, giovane spavaldo e sfrontato.
• Così all’indomani della dichiarazione d’amore di Supermario, «farò di tutto per fare bene e per rendere la Nazionale vincente», il ct azzurro ricambia la buona volontà del «bad-boy» del Manchester City con parole d’affetto e con rinnovata e completa fiducia. (Angelo Marchi, Avvenire, 25 maggio 2012, p. 28, Oggi sport) • È improbabile che Braxton-Romeo nell’abitacolo dell’auto abbia recitato alla biondissima Jayden le parole che il protagonista disperato di Shakespeare disse della sua amata: «Tanto lei è bella che questa cripta si illumina a festa». In realtà né Shakespeare né altri scrittori hanno previsto, per i loro personaggi, per quanto bad boys, una fuga in Suv. (Paolo Di Stefano, Corriere della sera, 13 settembre 2013, p. 31, Terza Pagina) • Nella Milano che compra, il Milan si prende la vetrina di giornata. Un anno dopo [Mario] Balotelli, [Adriano] Galliani abbraccia un nuovo badboy: è Adel Taarabt, franco marocchino preso in prestito dal Fulham. Talento limpido e carattere infiammabile, capace dopo una sostituzione di lasciare lo stadio a gara in corso e con la tuta della squadra addosso per tornare a casa in autobus, fotografato da tifosi increduli. (Giulio Cardone e Matteo Pinci, Repubblica, 30 gennaio 2014, p. 48, R2 Sport).
- Espressione inglese composta dall’agg. bad ‘cattivo’ e dal s. boy ‘ragazzo’.
- Già attestato nella Stampa Sera del 6 dicembre 1965, p. 10 (Paolo Bertoldi).