bad company
loc. s.le f. Società costituita per farsi carico dei debiti e delle perdite di un’impresa o di un’altra società che ne ha il controllo.
• «Ho letto le dichiarazioni dell’ing. [Mauro] Moretti, l’amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato ‒ dice il commissario governativo alla Circumetnea Gaetano Tafuri ‒ e sono rimasto indignato. Sono affermazioni allucinanti e false. Qui c’è chiaramente il tentativo di costruire un inganno per non aver il coraggio di dire che le ferrovie dello Stato non hanno alcun interesse in Sicilia. Quando si afferma che si farebbe una “bad company” e che verranno tagliati i collegamenti improduttivi con il Sud, non si aggiunge che le ferrovie meridionali sono in passivo per le condizioni disastrose del servizio». (Tony Zermo, Sicilia, 4 marzo 2009, p. 6, I fatti) • Il viceministro [Claudio De Vincenti] ha aperto alla possibilità di creare un nuovo soggetto giuridico per la vendita congiunta di Ansaldo Breda e Ansaldo Sts. Di fatto, sembra di capire, non è esclusa la creazione di una «bad company» che liberi Breda dei settori meno performanti. (Samuele Cafasso, Secolo XIX, 11 ottobre 2014, p. 15, Economia & Marittimo) • Si torna a parlare del prestito garantito da Fidi Toscana alla Chil, azienda della famiglia Renzi. Ed escono nuovi elementi, con uno scenario che aggiunge ombre ad una storia che, nonostante il silenzio della grande stampa, assume sempre più connotati inquietanti. Con quel gioco di scatole cinesi, quella «bad company» che sembrerebbe creata ad arte per ricevere i fondi e subito dopo fallire per i debiti incamerati da altre società. (Robert Vignola, Giornale d’Italia, 8 gennaio 2015, p. 2, Attualità).
- Espressione inglese composta dall’agg. bad ‘cattivo’ e dal s. company ‘società’.
- Già attestato nella Repubblica del 21 giugno 1999, Affari & Finanza, p. 1 (Sergio Luciano).