BACULARD D'ARNAUD, François-Thomas de
Scrittore francese del sec. XVIII (1718-1805), assai noto per il ridicolo che sparse su di lui Beaumarchais quando egli volle ficcare il naso nelle sue faccende, e per l'epigramma con cui Voltaire commentò le sue Lamentations de Jéremie (1752):
Savez vous pourquoi Jérémie
A tant pleuré pendant sa vie?
C'est qu'en prophète il prévoyait
Que Baculard le traduirait.
Ma in tempi anteriori Voltaire stesso lo aveva incoraggiato a intraprendere la carriera delle lettere e gli aveva spianato la via. Poi accadde che da Berlino il gran Federico fece di lui il suo corrispondente letterario da Parigi (1748), non solo, ma lo chiamò in Germania alla sua corte (1750), con un maligno epigramma nel quale di Voltaire si parlava come di un "bel giorno al tramonto" e di lui come di una "più bella aurora". E allora Voltaire gli si voltò contro. Venuto Voltaire stesso a Berlino, B. passò a Dresda (1751), e di là ritornò a Parigi, dove qualche tempo dopo incominciò quella sua interminabile serie di Épreuves du sentiment (12 voll.) e di Delaissements de l'homme sensible (12 voll.), alla cui lettura nessun uomo di buona volontà può più oggi resistere, malgrado il grande successo di commozione che allora ebbero e l'elogio che ne fece lo stesso Rousseau. Un maggiore interesse, da un punto di vista storico-letterario, è stato scoperto invece recentemente nelle sue tragedie (Euphémie, Merinval, Fayel, Le comte de Comminges), le quali nella loro lugubre e terrificante tetraggine anticipano già, per certi riguardi, alcune tendenze che dovevano dominare più tardi il teatro francese.
Bibl.: Baculard d'Arnaud, Oeuvres, Parigi 1803. E cfr. Bertrand de la Ville-Hervé, F. T. Baculard d'A., son théâtre et ses théories dramatiques, Parigi 1920. Vedi anche le sei lettere a lui dirette dal Gottsched e pubblicate da Th. Süpfle, in Zeitschrift f. vergl. Literaturgeschichte, I.