BANDINELLI, Baccio
Nacque a Firenze nella seconda metà del sec. XVI ed appartenne forse alla stessa famiglia di Baccio scultore. Secondo F. Inghirami invece, lo scrittore avrebbe assunto il nome della celebre famiglia dopo essere stato creato cavaliere di S. Giacomo da Clemente VIII.
Formatosi nell'ambiente delle accademie fiorentine e legato da reciproci sentimenti di stima con altri letterati del tempo, quali C. Marucelli e F. M. Gualterotti, il B. fu assai versato negli studi umanistici e conobbe anche la letteratura spagnola e francese, sì che la prima opera da lui pubblicata fu una traduzione della Santa Filosofia di Guglielmo Vair, ove con breve ed elegantissimo stile si mostra in che consista l'umana felicità (Firenze 1612). Al genere dell'erudizione devota appartiene l'Idea della Cristiana Sapienza... Origine della Carità in Firenze: e notizie dei VII BB. Fondatori dell'Ordine de' Servi di Maria..., Firenze 1615. Dalla prefazione di questo libro si desume che il B. aveva intenzione di articolare l'argomento in tre parti, delle quali solo le prime due furono date alle stampe. L'opera più notevole è comunque IlPrincipe esemplare, Orazione sopra la vita e morte di Cosimo II Granduca di Toscana,Firenze 1621, la cui importanza non risiede tanto nel contenuto, che ripete i moduli dell'eloquenza panegirica ed esornativa, ma in una generale economia stilistica, in un disdegno per la frase risonante ed ampollosa, in una chiarezza, che sembrano indicare all'oratoria secentesca la via del buon gusto e della semplicità.
Del B. ci resta ancora una Succinta descrizione sopra la Galleria degl'Illustrissimi Iacopo e Sinibaldo Gaddi al Sig. Volunnio Bandinelli (Firenze s. d.).
Della sua attività di poeta non abbiamo sufficienti testimonianze: solo due epitaffi in latino sono riportati da C. Bronzini, con la traduzione di A. Adimari, nel dialogo Della Dignità, e Nobiltà delle Donne (Sett. II, giorn. VII, Firenze 1632, pp. 123, 129). Lo stesso Bronzini nella Sett. I, giorn. VI (Firenze 1625, p. 41), parla di un "bellissimo e nobilissimo Trattato del Signor B. Bandinelli Fiorentino, mio amatissimo Amico, e Signore", che avrebbe dovuto essere dato alla stampa entro breve tempo col titolo Virtù Architettonica, nella Vita della Serenissima Regina di Gerusalemme, e di Sicilia, Filippa di Gheldria, già Duchessa di Lorena,ma della cui pubblicazione non si ha notizia.
Non si conosce con esattezza l'anno di morte del B.: comunque nella sua Poetica Corona (Bononiae 1637, p. 152), I. Gaddi ne pubblicava già l'epitaffio.
Bibl.: G. Negri, Istoria degli scrittori fiorentini,Ferrara 1722, p. 76; G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, II, 1, Brescia 1758, pp. 2155.;F. Inghirami, Storia della Toscana,XII,Fiesole 1845, pp. 174 s.; E. Santini, L'eloquenza italiana dal Concilio Tridentino ai giorni rostri,II,Palernio 1928, pp. 89 s.