È sia l’oggetto per mezzo del quale si suonano gli strumenti a percussione (➔) sia la piccola asta di legno o di altro materiale usata dai direttori d’orchestra per battere il tempo, indicare l’entrata di strumenti e cantanti, regolare la dinamica. Già nel Medioevo si batteva il tempo oltre che con le mani, con oggetti vari. La prima menzione di una b. si ha in una lettera del 1564 del langravio Filippo d’Assia al principe Augusto di Sassonia, sebbene il suo uso dovesse essere ancora raro. Lo stile concertato seicentesco impose l’uso di battere il tempo con una b. o con un rotolo di carta. Tuttavia nei teatri italiani, ancora nel Settecento, il primo violino accennava lo stacco del tempo all’inizio di ciascun pezzo, dopodichè l’orchestra procedeva da sola. Nei teatri francesi si batteva la misura con un bastone, spesso di notevoli proporzioni: J.-B. Lully, per distrazione, si ferì a un piede mentre dirigeva l’esecuzione di un pezzo e, a causa di un’infezione subentrata all’incidente, morì. L’adozione della b. si stabilì definitivamente nella prima metà dell’Ottocento, in seguito alle aumentate proporzioni dell’orchestra e alla nascita della figura del direttore (➔ orchestra).
Dita a b. di tamburo Deformazione delle dita delle mani, consistente nella tumefazione delle ultime falangi, propria delle cardiopatie congenite cianotizzanti e di alcune malattie dell’apparato respiratorio (bronchiettasia).