Babilonia e Assiria
Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
La seconda metà del II millennio a.C. rappresenta un momento fondamentale nella storia della Mesopotamia, sia a livello politico, perché in questo periodo vengono poste le basi per la formazione dei due imperi che domineranno la scena politica dell’età del Ferro, sia a livello culturale, poiché risale a quest’epoca la canonizzazione della millenaria tradizione letteraria mesopotamica.
Intorno alla metà del II millennio a.C. si assiste in Mesopotamia alla formazione di due Stati territoriali a carattere regionale, che nelle fonti contemporanee vengono indicati rispettivamente come “Paese di Babilonia” o “Paese di Karduniash” e “Paese di Assur”. Per la prima volta nella storia della regione si afferma l’idea di uno Stato unitario babilonese e di uno Stato unitario assiro, tale da giustificare l’uso dei termini “Babilonia” e “Assiria” per indicare due entità non solo geografiche, ma anche politiche.
In Babilonia questo processo si data all’inizio del XVI secolo a.C., quando una dinastia straniera, quella dei re di origine cassita, si insedia sul trono dopo la caduta della I Dinastia di Babilonia. L’epoca cassita resta tuttora una delle meno studiate della storia non solo babilonese, ma vicino-orientale in genere: ciò è dovuto da un lato ad una distribuzione estremamente disomogenea delle fonti scritte, gran parte delle quali è ancora inedita, dall’altro alla scarsità di dati anche sul fronte archeologico. Allo stato attuale delle nostre conoscenze, le fonti più antiche relativamente alla popolazione dei Cassiti risalgono alla seconda metà del XVIII secolo a.C. e suggeriscono di cercare la loro zona di origine nell’area dei monti Zagros. Nonostante la fase della presa di potere in Babilonia sia molto scarsamente documentata, è probabilmente da escludere che si sia trattato di un’invasione, mentre è più verosimile ipotizzare un atto politico da parte di una minoranza che conviveva in maniera pacifica con la popolazione babilonese sin dalla fase finale della I Dinastia di Babilonia.
Proprio la profonda assimilazione alla società e alle tradizioni culturali e religiose babilonesi da parte dei Cassiti sarà l’elemento caratterizzante la loro dominazione su Babilonia. Ciò è dimostrato anche dall’adozione del mediobabilonese, la variante linguistica correntemente utilizzata in Babilonia in questo periodo, per la redazione dei testi economico-amministrativi e giuridici, delle lettere e dei cosiddetti kudurru, documenti reali di donazione ed esenzione iscritti su stele tipici dell’epoca cassita. Non disponiamo invece di attestazioni scritte della lingua cassita, idioma apparentemente isolato e non imparentato con altre lingue note e ricostruibile esclusivamente sulla base di un vocabolario bilingue cassita-babilonese e di antroponimi, teonimi e rari vocaboli contenuti in testi accadici.
L’epoca di dominazione cassita, che rappresenta il periodo di regno in assoluto più lungo di una singola dinastia sulla regione (1590-1150 a.C. ca.), assicura alla Mesopotamia meridionale unità e stabilità; ciò nonostante durante la seconda metà del II millennio a.C. la regione vive una fase di contrazione demografica e di crisi dell’agricoltura, che colpiscono soprattutto i ceti sociali più bassi. Se da un lato si assiste alla fondazione di nuove città e alla ripresa dei centri urbani principali, come Babilonia, Nippur, Sippar, Larsa, in cui i templi tornano a svolgere la funzione di cellule produttive e redistributive, dall’altro scompaiono numerosi insediamenti di piccola e media dimensione.
Dal punto di vista culturale, si assiste in questo periodo ad un processo di canonizzazione del patrimonio letterario che aveva vissuto la sua fase di maggiore creatività durante il periodo paleo-babilonese: in età cassita vengono, dunque, elaborate le versioni standard sia dei testi più propriamente letterari, come i poemi epici, sia della produzione trattatistica, come serie di presagi, raccolte lessicali ecc., di composizione più antica. Parallelamente viene creata in questo periodo anche una lingua artificiale, detta dagli studiosi “babilonese standard”, che mescola forme arcaizzanti con forme mediobabilonesi e viene utilizzata per i testi letterari e poetici e le iscrizioni reali, redatte per celebrare e commemorare le attività edilizie dei sovrani. Il sumerico è ancora impiegato come lingua colta per la redazione di iscrizioni di fondazione e composizioni bilingui sumerico-accadiche. Fanno inoltre la loro comparsa nuovi generi, come per esempio le composizioni storiografiche note come cronache, in cui gli eventi considerati più importanti dei regni dei vari sovrani sono riportati in uno stile piuttosto laconico, e che spesso rappresentano la fonte principale di informazioni su questo periodo. In ambito religioso si sviluppa il genere della preghiera personale al dio, che riflette un fenomeno tipico dell’età cassita, ovverosia l’affermarsi dell’idea di una divinità tutelare personale. Una tipologia documentaria la cui introduzione può essere attribuita alla dinastia cassita è rappresentata dai kudurru, stele di pietra che riportano i testi di assegnazioni regie di terra ed esenzioni fiscali, accompagnati dalla rappresentazione di simboli divini e astrali, di esseri mostruosi con valore apotropaico e talvolta anche della figura del sovrano. La maggior parte dei kudurru è stata rinvenuta a Susa, dove era stata portata dai sovrani elamiti come parte del bottino di guerra ottenuto con la conquista della Babilonia.
L’Assiria assume le caratteristiche di un’entità politica a carattere territoriale più tardi rispetto alla Babilonia. Sarà il regno di Assur-uballit I, attorno alla metà del XIV secolo a.C. (1353-1318), a determinare un mutamento radicale della concezione politica assira, che si riflette nell’adozione del titolo “Re del Paese di Assur”, utilizzato per la prima volta nell’ambito dei rapporti diplomatici con i faraoni egiziani. Fino a questo momento Assur era stata una città-stato a vocazione prettamente commerciale, inglobata temporaneamente in sistemi politici di più ampie dimensioni e dipendente da altre unità statali più potenti: le scarsissime fonti relative al periodo precedente il XIV secolo a.C. rendono infatti l’immagine di un regno piuttosto debole e politicamente isolato, che probabilmente si trovò, quanto meno a fasi alterne, sotto il controllo di Mittani. La dipendenza da Mittani è testimoniata anche dalle caratteristiche dei più antichi documenti scritti medioassiri, che risentono fortemente sia a livello linguistico che a livello paleografico dell’influsso della tradizione scribale mittanica. Con Assur-uballit I si impone invece l’idea di uno Stato territoriale con un monarca assoluto, che non agisce più come semplice “vicario” del dio Assur, ma presenta la volontà del dio come motivazione per l’espansione del regno, che trova così una legittimazione religiosa. Questa svolta ideologica si riflette anche nella produzione letteraria, soprattutto in quella di carattere politico e propagandistico: si assiste infatti in questo periodo ad un fiorire delle iscrizioni celebrative, in cui viene dedicato sempre più spazio al resoconto delle campagne militari e delle imprese del sovrano. Parallelamente si assiste anche all’adozione della variante linguistica cosiddetta medioassira, impiegata per la redazione di testi economico-amministrativi e giuridici, lettere, raccolte di leggi ed editti.
Per la fase che precede la formazione dei regni di Babilonia e Assiria propriamente detti (XVIII-XVI secolo a.C.) vi sono scarsissime fonti scritte contemporanee sicure e le informazioni principali provengono dalle composizioni cronografiche note come Lista reale babilonese A, Lista reale assira e Lista reale sincronica, i cui resoconti sono però estremamente sintetici e spesso in contraddizione tra loro. È comunque chiaro che dalla seconda metà del II millennio a.C. inizia una fase di intensa, sebbene spesso conflittuale, interazione sia politica che culturale tra Babilonia e Assiria, al punto che risulta impossibile scrivere la storia di una delle due potenze senza chiamare in causa l’altra. Risalgono al XV secolo a.C. i primi contatti diplomatici tra Babilonia e Assiria a noi noti, ovvero due trattati stipulati il primo tra il re cassita Burna-Buriash e quello assiro Puzur-Assur III, il secondo tra Kara-indash e Assur-bel-nisheshu durante il XV secolo a.C. I testi di questi trattati non si sono conservati, dunque non è possibile stabilire se si trattasse di accordi paritetici o sbilanciati, ma sappiamo che avevano come oggetto la definizione del confine tra i due regni. Al XV secolo a.C. risale anche l’inizio delle relazioni diplomatiche sia da parte assira che da parte babilonese con l’Egitto, all’epoca dei faraoni Thutmosi III e Amenhotep II.
Un’intensa politica di alleanze matrimoniali con l’Egitto e l’Elam viene inaugurata nella prima metà del XIV secolo da Kurigalzu I, il cui regno è caratterizzato anche dalla fondazione di una nuova capitale, Dur-Kurigalzu (“Fortezza di Kurigalzu”, moderna ’Aqar-Quf, in Babilonia settentrionale). Fondata probabilmente per assicurarsi un maggiore controllo sulla vie di comunicazione con l’altopiano iranico, si ritiene che Dur-Kurigalzu abbia svolto per lungo tempo la funzione di capitale politico-amministrativa, tuttavia non è chiaro quale fosse la principale sede di residenza dei sovrani cassiti. Un altro importante centro di residenza regia si trovava per esempio a Nippur, da cui provengono migliaia di testi amministrativi datati principalmente al XIII secolo a.C., mentre Babilonia era considerata soprattutto la capitale religiosa e culturale del regno.
Ai successori di Kurigalzu, Kadashman-Enlil I e Burna-Buriash II, si data il dossier egizio-babilonese della corrispondenza di el-Amarna. Il regno di Burna-Buriash II rappresenta da un lato l’apice del prestigio internazionale di Babilonia, con la conclusione di nuove alleanze matrimoniali con l’Egitto, l’Elam e probabilmente anche Khatti, dall’altro l’inizio di un periodo di ingerenza assira sulla politica babilonese. È questo infatti il momento in cui l’Assiria, sotto la guida di Assur-uballit I, assurge allo status di grande potenza sfruttando il crollo del regno di Mittani per opera degli Ittiti. La politica inaugurata da Assur-uballit I è emblematica del ruolo centrale che l’Assiria svolgerà d’ora in poi sulla scena politica internazionale. A ovest, nel tentativo di espandersi nel territorio mittanico, gli Assiri si schierano a sostegno del ramo della famiglia reale mittanica che combatte contro il re ittita Shuppiluliuma I. Khatti avrà la meglio nella lotta per la supremazia su Mittani, ma da questo momento l’Assiria rappresenterà una costante minaccia per i possedimenti ittiti in Siria settentrionale. Contemporaneamente, il re assiro stabilisce buone relazioni diplomatiche con il faraone Amenhotep IV, come dimostrano le lettere ritrovate ad el-Amarna.
Per quanto riguarda Babilonia, alla morte di Burna-Buriash, Assur-uballit I riesce ad insediare sul trono un proprio protegé, la cui uccisione durante una rivolta di palazzo scatenerà una spedizione punitiva del re assiro, che infine metterà sul trono Kurigalzu II. Quest’ultimo, pur essendo salito al trono con l’appoggio assiro, pone fine alla sudditanza nei confronti dell’Assiria, con la quale intrattiene rapporti invece estremamente bellicosi.
L’Assiria stessa vive un periodo di relativo indebolimento durante i regni degli immediati successori di Assur-uballit I, ma la politica espansionistica inaugurata dal fondatore del regno medioassiro riprende a pieno ritmo durante il XIII secolo a.C. per opera dei sovrani Adad-nirari I e Salmanassar I. Un importante successo militare è rappresentato dalla conquista di Mittani, che nelle fonti assire è indicato come Khanigalbat, ma le mire espansionistiche assire si rivolgono anche all’Anatolia orientale e sud-orientale e verso est alla regione dei monti Zagros e di Arrapkhe. La conquista di Khanigalbat e la politica aggressiva dei sovrani assiri in Siria settentrionale e Anatolia orientale e sud-orientale conducono inevitabilmente al confronto tra Khatti e Assiria, i cui territori sono ora confinanti. L’area di influenza ittita si estende fino alla riva occidentale dell’Eufrate ed è presidiata da Karkemish, mentre il limite occidentale del regno assiro si assesta lungo il fiume Balikh. Tra i due territori si estende una area stepposa abitata da tribù nomadi che né gli Ittiti né gli Assiri riescono a sottomettere stabilmente e che funge da zona cuscinetto tra le due potenze. La fase più significativa del conflitto inizia probabilmente all’epoca di Hattushili III e Salmanassar I, ma la ricostruzione dei rapporti tra i due regni non è sempre agevole, soprattutto dal momento che molte delle fonti (soprattutto le lettere rinvenute alla corte ittita) sono di difficile datazione. Non è neppure completamente chiaro se Khatti ed Assiria sia siano mai affrontati in uno scontro sul campo: alcuni studiosi ritengono che ciò sia avvenuto in occasione della battaglia di Nikhriya, che viene celebrata come una schiacciante vittoria assira in una lettera inviata da un sovrano assiro al re di Ugarit, mentre altri hanno messo in dubbio la veridicità storica di questo evento, di cui non si trovano tracce nelle iscrizioni celebrative dei sovrani assiri, ipotizzando che la portata dello scontro sia da ridimensionare notevolmente rispetto al resoconto assiro. La stessa datazione della battaglia è tuttora oggetto di discussione, poiché non è chiaro se sia stata combattuta all’epoca di Salmanassar I oppure del suo successore Tukulti-Ninurta I. In ogni caso sembra che le relazioni tra Ittiti e Assiri siano state caratterizzate da un alternarsi di fasi di conflitto ad altre di distensione e intensi contatti diplomatici.
Per quanto riguarda il fronte meridionale, durante i regni di Adad-Nirari I e Salmanassar I si raggiunge una situazione di equilibrio con Babilonia, che viene formalizzata con la stipula di un trattato tra Adad-Nirari I e il sovrano cassita Nazi-Maruttash e che durerà fino alla conquista di Babilonia da parte di Tukulti-Ninurta I. Sono comunque molto scarse le informazioni sulla situazione della Babilonia cassita nel XIII secolo a.C., dal momento che la documentazione per questo periodo è quasi esclusivamente limitata a testi economico-amministrativi provenienti da Nippur.
In questo periodo i sovrani assiri inaugurano un processo di organizzazione del territorio conquistato in alta Mesopotamia, creando una rete di centri amministrativi che vengono affidati a governatori, solitamente membri dell’aristocrazia di Assur. La nostra conoscenza di questo sistema di centri amministrativi si è notevolmente ampliata negli ultimi anni, in particolare grazie alle scoperte effettuate in vari scavi archeologici condotti in Siria settentrionale, che hanno portato alla luce alcuni di questi insediamenti. Lungo il corso del fiume Khabur è stato scavato il centro di Dur-Katlimmu (moderna Tell Sheh Hamad), che durante il regno di Salmanassar I e del suo successore Tukulti-Ninurta I svolge la funzione di centro principale della regione occidentale e residenza del “Gran Vizir, re del paese di Khanigalbat” che la governava.
I testi ritrovati negli archivi di Dur-Katlimmu restituiscono l’immagine di un insediamento completamente assirizzato, la cui amministrazione è totalmente gestita da funzionari assiri e la cui popolazione è costituita in gran parte da coloni assiri. Per contro, la popolazione locale vinta viene deportata, oppure respinta nelle campagne circostanti.
Questo quadro è confermato anche dai documenti rinvenuti a Kharbe (moderna Tell Chuera, in Siria nord-orientale), un altro centro amministrativo assiro in alta Mesopotamia, che forniscono, inoltre, interessanti informazioni relativamente ai contatti tra il regno assiro e quello ittita a cavallo tra XIII e XII secolo a.C. Va rilevato che l’ampliamento del territorio e il sistema di controllo introdotto dai sovrani medioassiri determinano una profonda trasformazione nella struttura della società assira: la classe dominante, che precedentemente era costituita soprattutto dalle grandi famiglie di mercanti, si identifica ora con l’aristocrazia militare, che è direttamente coinvolta nella gestione economica dei territori conquistati, la cui amministrazione le era affidata dal sovrano. Il coinvolgimento di questa élite nella gestione del regno rappresenta una delle chiavi del successo dell’espansione assira, che dunque è voluta non solo dal sovrano, ma anche da questa classe di alti ufficiali e dignitari che beneficiano direttamente dell’annessione di nuovi territori.
La seconda metà del XIII secolo a.C. è dominata dalla figura del sovrano assiro Tukulti-Ninurta I, sovrano con cui il regno medioassiro giunge all’apice della propria potenza ed espansione territoriale. La politica espansionistica di Tukulti-Ninurta I si rivolge inizialmente verso le aree montane a nord-est e nord-ovest dell’Assiria, regioni tanto difficili da sottomettere quanto indispensabili per l’approvvigionamento di materie prime come il legno e il rame. L’esercito assiro si spinge poi nuovamente fino all’Eufrate e qui si scontra con gli Ittiti, all’epoca in cui era re Tutkhaliya IV. La tensione tra Khatti e Assiria si allenta comunque nella seconda metà del regno di Tukulti-Ninurta I, come dimostrano lo scambio di ambascerie e il traffico commerciale attestati dalle fonti contemporanee.
Durante la seconda metà del suo regno Tukulti-Ninurta è impegnato soprattutto sul fronte meridionale, dove il re cassita Kashtiliashu IV è riuscito a riconquistare parte del territorio di confine con l’Assiria. I due sovrani si affrontano in una battaglia campale, che termina con esito favorevole per gli Assiri: il re babilonese viene catturato e deportato ad Assur, mentre Tukulti-Ninurta entra trionfalmente a Babilonia, dove assume egli stesso il comando del regno, che resterà sotto diretto controllo assiro per sette anni. La vittoria su Babilonia viene celebrata in quello che può essere considerato il capolavoro della letteratura politica medioassira, ovvero il cosiddetto Poema di Tukulti-Ninurta, una composizione in cui le gesta del sovrano, narrate in prima persona, assumono quasi caratteri epici e la guerra con Babilonia viene presentata come uno scontro tra il bene (il mondo assiro, ovviamente) e il male (i Babilonesi). Se da un lato Babilonia è la vile traditrice che non rispetta i patti, “obbligando” così Tukulti-Ninurta a dichiararle guerra, dall’altro rappresenta un modello culturale di cui anche il sovrano assiro subisce il fascino: non a caso, il bottino portato in Assiria dopo il saccheggio della città comprende anche numerosi testi babilonesi, che influenzeranno notevolmente la produzione letteraria assira di questo periodo. Una lingua che aveva come base il babilonese, intercalato con forme medioassire, viene usata sia nelle iscrizioni reali che nei testi letterari epici e religiosi, a dimostrazione del prestigio culturale riconosciuto alla tradizione babilonese. Lo stesso Poema di Tukulti-Ninurta viene redatto in babilonese, invece che in medioassiro. Il regno di Tukulti-Ninurta è caratterizzato anche da ambiziosi progetti urbanistici, che prevedono la realizzazione di templi e di una nuova residenza reale ad Assur, ma soprattutto la fondazione di una nuova, imponente capitale che verrà chiamata Kar-Tukulti-Ninurta (“Porto di Tukulti-Ninurta”), situata di fronte ad Assur sulla riva opposta del Tigri.
Le conquiste effettuate da Tukulti-Ninurta I verranno in parte vanificate dalle lotte intestine che si scatenano alla fine del suo regno. La Babilonia torna ad essere indipendente e il potere viene ripreso dalla dinastia cassita, che per alcuni anni riesce ancora a garantire al regno una condizione di relativa stabilità. Tuttavia, intorno alla metà del XII secolo a.C. si profila all’orizzonte un’altra minaccia per la Babilonia: oltre alle rinnovate incursioni da parte degli Assiri, sarà in particolare la politica aggressiva del regno elamita, che dalla metà del XIV secolo a.C. si afferma come la terza potenza regionale i cui interessi si rivolgono alla Mesopotamia, a decretare la fine della dinastia cassita. Le spedizioni condotte dal sovrano elamita Shutruk-Nakhunte, che conquista la parte settentrionale del regno, e da suo figlio Kutir-Nakhunte, che giunge fino a Babilonia e la saccheggia, pongono fine al regno dell’ultimo re cassita, Enlil-nadin-akhi.
Contemporaneamente al crollo di Babilonia, inizia anche per il regno assiro un periodo di profonda crisi politica interna, dovuta principalmente a lotte di successione dinastica dopo la morte di Tukulti-Ninurta I. Inoltre l’Assiria subisce anche la pressione delle tribù nomadi degli Aramei, le cui incursioni determinano un certo ridimensionamento del suo territorio. Nonostante questa momentanea fase di indebolimento, il regno assiro è ormai pronto a trasformarsi nell’impero assiro che dominerà il Vicino Oriente nell’Età del Ferro: le basi di questo processo sono state poste da Assur-uballit I sin dall’inizio del regno medioassiro, con la trasformazione dell’ideologia politica e dell’istituto monarchico in senso imperialistico ed assolutistico e con l’affermarsi di una politica di espansionismo militare condotta per ordine e in nome di Assur, il dio principale, che nel I millennio a.C. si concretizzerà nella conquista dell’intero Vicino Oriente.