babelismo
s. m. Confusione chiassosa, con riferimento alla confusione biblica delle lingue.
• tra le tante, Andrea Zanzotto ha anche questa straordinaria qualità. Di cercare spasmodicamente la bellezza e la bontà del mondo in ogni suo recondito anfratto [...] improvvisa un bricolage nella speranza di trovare una strada tutta sua per affrontare (ed eventualmente superare) le proprie faglie interiori. Dunque un’idea lontana mille miglia dalle pretese ideologiche dell’avanguardia e del suo «babelismo smitragliato», visto che qui la poesia procede per cauti assaggi, per progressivi spostamenti asintotici, nel tentativo di «restaurare il vuoto che c’è nel mondo, attraverso la trama dei versi, i ritmi», ben sapendo, comunque, che all’inizio «c’era il no, la negazione». (Franco Marcoaldi, Repubblica, 21 marzo 2007, p. 48, Cultura) • «Certi intellettuali, e non solo, considerano il cristianesimo un fatto superato; e lo fanno credendo di interpretare i comportamenti del popolo. Non è così: il Vangelo di Gesù resta pertinente e attuale. Dinnanzi ad un clima culturale confuso che io definirei di “babelismo”, il Papa ci indica la strada della pluriformità nell’unità, accettando il confronto con tutti. La Chiesa deve tornare a essere luogo appassionato di attrattiva, non luogo che genera noia» (Angelo Scola intervistato da Aldo Cazzullo, Corriere della sera, 2 aprile 2017, p. 1, Prima pagina).
- Derivato dal nome proprio Babele con l’aggiunta del suffisso -ismo.
- Già attestato nella Stampa del 3 ottobre 1934, p. 3, (Toddi).