MALAVOLTI, Azzolino
Azzolino Nacque presumibilmente a Siena negli anni Ottanta del sec. XIII da Mino di Guido. È attestato già l'8 genn. 1312 in un contratto con i Salimbeni. Proposto della cattedrale senese e pievano di Lucignano d'Arbia, intrecciò gli interessi personali con il ruolo preponderante nel capitolo metropolitano.
Nel 1324 una sua casa a Siena era concessa in affitto all'Opera metropolitana che, il 17 febbr. 1325, gli versava la pigione per beni in valle Piatta. Il 7 maggio 1343 il capitolo gli riconosceva un credito di lire 200. Concessioni in enfiteusi e prestiti a privati, fra i quali gli Ugurgieri, sono registrati in quietanze del marzo 1359 e agosto 1369.
Se il suo impegno sul piano dottrinario è testimoniato solo nella revisione statutaria della Chiesa senese fatta dal predecessore nel 1336, di più si sa della sua attività nei conferimenti di prebende e titoli. Nel 1337, per mandato papale, presenziò al conferimento della prima dignità "riservata" della collegiata di San Gimignano. Documentato in un bollario vescovile degli anni Quaranta è il ruolo nell'amministrazione ordinaria della Chiesa senese e della Chiesa grossetana, del cui capitolo fu influente canonico. La collazione della pieve di Campagnatico testimonia il perdurare del conflitto fra Malavolti e Piccolomini: dal castellare dei Malavolti il 15 maggio 1344 il M. dichiarava "se non posse comode et sine periculo sue persone ad maiorem ecclesiam senensem accedere" (Siena, Arch. arcivescovile, Bollario, 99, c. 45).
Durante la peste che investì il Senese nel 1348 si aggiunsero alle ripetute collazioni la nomina e postulazione di Benedetto de' Cerretani per la sede vescovile di Grosseto (settembre 1348) e del vescovo di Massa Marittima (marzo 1349) della cui cattedrale il M. fu canonico (ibid., c. 142v).
Nel 1351 egli assunse il governo della diocesi di Siena. Agli inizi del suo pontificato appare estraneo alla complessa situazione politica che portò Siena al governo dei Dodici.
Nello stretto rapporto che si stabilì fra Siena e il legato Egidio de Albornoz per l'opera di restaurazione papale in Italia non trova riscontro l'informazione di Pecci della partecipazione del M. nel 1355 all'azione nella Marca anconetana. Presenziò il 26 apr. 1355 alla concessione del privilegium di Carlo IV di Lussemburgo all'abbazia del monte Amiata. Fu conservatore dei privilegi e immunità dello Studio senese ed ebbe l'autorità di concedere dottorati, riconosciutagli dal diploma imperiale del 16 ag. 1357.
Consentì nel 1364 ai Pacta et capitula vetera delle Constitutiones sacri capituli per l'organizzazione contabile separata da parte dell'Opera metropolitana della sacrestia della cattedrale. Sotto il pontificato di Urbano V, le sue relazioni con Avignone si intensificarono, come testimoniano i frequenti mandati di giudice conservatore. Il 7 dic. 1367 si ebbero le conferme per il vescovo e il capitolo senese delle immunità e privilegi pontifici e delle indulgenze connesse alle opere della cattedrale.
Nel febbraio 1368 intervenne sulla richiesta del priore della certosa senese di Maggiano dei beni destinati da un legato di Niccolaccio Petroni all'erezione di una certosa e per devolvere un analogo legato di Angelo Betti da Montepulciano - per una nuova certosa - al monastero olivetano di S. Anna in Camprena. Non fu chiamato a intervenire quando l'11 nov. 1369 il nuovo governo dei Riformatori ottenne la sospensione della clausola camerale per la restituzione delle "preste" già imposte dai Dodici. Nonostante le rimostranze papali per la mancata pubblicazione da parte del M. degli interventi pontifici contro i Perugini (insorti nel 1368), nel marzo 1370 ebbe mandato di sollecitare il Comune senese a evitare il commercio del pesce con Perugia e a concedere a una compagnia di mercanti senesi di accordarsi sui crediti con la città umbra.
Il M. morì a Siena il 1( genn. 1371.
La Sede apostolica applicò lo ius spolii e Lucio, vescovo di Cesena, registrò della sua biblioteca "2 libros pontificales, ext. fl. 12" e "1 Uguccionem de vocabulis, ext. fl. 3" (Bibliothèques ecclésiastiques().
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