azzimare
. Dalla stessa radice di ‛ accismare ' (v. francese antico acesmer), ma attraverso il provenzale azesmar. Due soli esempi, entrambi nel Convivio: I X 12 non si può bene manifestare la bellezza d'una donna, quando li adornamenti de l'azzimare e de le vestimenta la fanno più ammirare che essa medesima, e III IV 8 li cattivi malnati... pongono lo studio loro in azzimare la loro [persona]. Assai più comune e normale è l'uso che si presenta in questo secondo caso, in cui il verbo è transitivo attivo. Per quanto riguarda invece il caso di Cv I X 12 (in cui, secondo il commento del Busnelli, si ha un vero e proprio infinito sostantivato) c'è da notare, da una parte, l'uso assoluto del verbo, e dal punto di vista semantico, l'apparente tautologia costituita dalla frase li adornamenti de l'azzimare e de le vestimenta; infatti a. vale " adornare " la propria persona, " abbellirla ", e, usato assolutamente, significherà " rivestirsi ", " agghindarsi ". L'espressione (non del tutto chiara anche per l'incertezza del testo; cfr. le note della Simonelli e del Pézard, ad l.) si rivela quanto meno sovrabbondante e va interpretata come segue: gli ornamenti costituiti dall'agghindarsi in tutti i modi (particolarmente truccandosi) e dal vestirsi.