azzeratore
s. m. Chi vuole ripartire daccapo, azzerando tutto.
• Non vogliono essere chiamati i «rottamatori» del centrodestra. Ma chi sono questi azzeratori? Sono under 35, eletti nei consigli comunali e provinciali della Toscana, per lo più ex An ma non solo. Da tempo chiedono, invano, primarie per eleggere candidati e organismi dirigenti. (Tommaso Galgani, Unità, 26 maggio 2012, Firenze, p. XXV) • Gli «azzeratori», cioè quelli che vogliono ripartire da zero, si trovano a piazza San Silvestro, nel cuore di Roma, con l’ex ministro della Gioventù. «I nostri elettori sono arrabbiati, altro che moderati», spiega la [Giorgia] Meloni, «ci mandano un messaggio chiaro: o ci facciamo interpreti della loro rabbia o siamo morti». (Sa[lvatore] Da[ma], Libero, 27 maggio 2012, p. 8, Primo Piano) • Non solo il mondo non finisce e non finirà ‒ ecco cosa dicono [Aldo] Cazzullo e [Silvia] Avallone ‒ ma chi s’attarderà a guardarsi indietro nostalgicamente rimarrà pietrificato nel proprio canto del cigno, escluso dal flusso tumultuoso del presente. Eppure Cazzullo e Avallone non sono «azzeratori» di tradizioni, fanatici modernisti in attesa della liquidazione della storia. (Unità, 2 novembre 2013, p. 6, Politica).
- Derivato dal v. tr. azzerare con l’aggiunta del suffisso -(t)ore.
- Già attestato nell’Unità dell’8 dicembre 1983, p. 12, Libri (Fernando Rotondo).