azzardopatia
s. f. Dipendenza patologica dal gioco d’azzardo.
• I migliori cavalli italiani e i loro driver sono emigrati, corrono già a Parigi, a Cagnes, a Deauville. Oppure in Germania, in Svezia. Dovunque hanno saputo inserire l’allevamento del cavallo da corsa nelle politiche agricole, incoraggiando gli allevatori ed evitando che i gestori di scommesse (come Snai) divenissero pure proprietari di ippodromi. Così 50-60 mila posti di lavoro «sani», gratificanti, professionali, vengono dispersi nell’indifferenza dei più. A favore della Azzardopatia, giovanile per giunta. Non fa parte anche questo del «declino italiano» del ventennio berlusconiano? (Vittorio Emiliani, Unità, 10 febbraio 2013, p. 8) • La scelta di Pavia per ospitare l’incontro non è casuale visto che in riva al Ticino il problema dell’azzardopatia è particolarmente sentito. La città, secondo i dati del 2013, è la capitale italiana per spesa pro capite al gioco con 2.954 euro all’anno. (Enrico Venni, Corriere della sera, 19 novembre 2014, Lombardia, p. 13) • dopo aver sostenuto la battaglia politica e morale degli allora ministri Renato Balduzzi e Andrea Riccardi che nel 2012 riuscirono a far riconoscere la patologia del gioco d’azzardo compulsivo, effettivamente chiamata quasi da tutti ludopatia, abbiamo preso a sistematicamente scrivere e parlare sulle nostre colonne e negli incontri a cui partecipano giornalisti di «Avvenire» di azzardopatia. Un termine preciso, diretto, inequivocabile (Marco Tarquinio, Avvenire, 10 gennaio 2017, p. 2, Idee).
- Composto dal s. m. azzardo con l’aggiunta del confisso -patia.
> ludodipendenza, ludopatia.